L’Ucraina potrebbe diventare presto un supermercato all’aria aperta di armi, disponibili a organizzazioni terroristiche o alla criminalità comune. L’allarme è venuto dal segretario dell’Interpol, Jürgen Stock, e si riferisce ovviamente alle armi piccole e maneggevoli come pistole, mitra, munizioni, bombe a mano.
“È quello che succede in ogni guerra” ci ha detto in questa intervista Stefano Piazza, giornalista, saggista, esperto di terrorismo: “La massiccia circolazione di armi durante un conflitto è sempre destinata, almeno in parte, a finire nelle mani sbagliate, sia da parte di membri degli eserciti che ne fanno contrabbando, sia per l’enorme povertà delle popolazioni che si sono trovate nelle zone dei combattimenti e che hanno disperato bisogno di guadagnare qualcosa. Ad aspettare il momento giusto ci sono già adesso formazioni terroristiche, ma anche membri delle varie mafie attivissime in Russia e Cecenia, ad esempio”.
Quanto è da prendere sul serio l’allarme lanciato dal segretario dell’Interpol? Chi e in che modo si può impadronire di armi usate in un conflitto come quello a cui stiamo assistendo?
Intanto bisogna fare attenzione. Nelle ultime ore, su vari siti del dark web, sono apparse immagini di missili messi in vendita anche a 30mila dollari, o addirittura di carri armati. Si tratta ovviamente di truffe, nessuno può impadronirsi di un carro armato e poi venderlo al miglior offerente.
Quindi il pericolo riguarda soprattutto le cosiddette armi di piccolo taglio come pistole o mitragliatori?
Esatto, ma anche lanciamissili e munizioni. È chiaro che in questa fase, ma soprattutto in quella del post conflitto – augurandoci che arrivi presto – la popolazione si troverà in condizioni disperate, di miseria assoluta. Lo vediamo già adesso in paesi come la Siria, dove nonostante il conflitto sia finito il 90 per cento della popolazione vive nella povertà assoluta. Con tutte le armi che ci saranno sul territorio ucraino potrà cominciare una sorta di supermercato delle armi a disposizione di tutti.
Di chi soprattutto?
Dalle organizzazioni criminali, pensiamo alla mafia russa e a quella cecena, ai gruppi terroristici, in pratica gli unici che hanno i soldi. Il pericolo concreto è che già adesso ci sia la possibilità di acquistare armi di contrabbando, rubate da membri dell’esercito, anch’essi in condizioni di grande povertà perché vengono pagati una miseria e spesso non hanno neanche cibo a sufficienza, o da civili, che magari hanno trovato un carro armato con i cinque carristi all’interno tutti morti e ai quali rubano le loro armi.
Quindi è un rischio concreto?
Il rischio c’è. Pensiamo a quello che è accaduto in Afghanistan, quando Stati Uniti e Paesi arabi rifornirono i mujaheddin di missili Stinger terra-aria spalleggiabili a ricerca di calore, in grado di colpire gli elicotteri russi, arma che fece la differenza e decretò la sconfitta di Mosca. Quelle armi rifornirono tutte le organizzazioni islamiste della regione. Anche adesso le armi usate in Ucraina possono essere utilizzate da quel che resta dell’emirato del Caucaso o da altri gruppi terroristici della regione.
La destinazione primaria di queste armi è quella dei gruppi radicali islamisti?
Proprio in questi giorni le Nazioni Unite hanno diffuso un documento in cui si afferma come al Qaeda si sia rafforzata in Afghanistan e come nel giro di poco tempo possa muovere attacchi. E lo stesso vale per lo Stato islamico afghano. Si tratta di due organizzazioni terroristiche che potranno approfittare, al momento opportuno, di tutte queste armi che stanno circolando oggi in Ucraina.
Il segretario generale dell’Interpol ha detto di aver esortato i diversi Paesi a utilizzare il database dell’agenzia per poter “tracciare e rintracciare” le armi. Che cosa significa?
È una esortazione rivolta a tutti i Paesi, come gli Stati Uniti, ma anche l’Italia, che inviano armi in Ucraina affinché vengano preventivamente registrate e inserite in un database in modo che siano rese rintracciabili. II problema è capire chi le sta utilizzando e a chi sono andate tutte queste armi: nel contesto attuale è una operazione piuttosto difficile da monitorare.
(Paolo Vites)
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