L’Unione Europea si trova a dover far fronte a una situazione di svuotamento delle casse, aggravata da interessi sui prestiti contratti per finanziare le proprie politiche di sviluppo. Scartata la possibilità di richiedere un aumento di fondi agli Stati membri, sta quindi elaborando un piano al fine di sopperire alle proprie esigenze finanziarie. Per questo, la settimana scorsa ha messo al voto una risoluzione volta a fare affluire maggiori risorse alle istituzioni comunitarie. In tale contesto il Pd ha proposto al Parlamento europeo, riunito nei giorni della scorsa settimana in sessione plenaria a Strasburgo, l’istituzione di nuove tasse ivi compresa quella che è, a tutti gli effetti, una patrimoniale.
Nell’emendamento del Pd, posto all’interno della risoluzione sull’autonomia finanziaria, si parlava di redistribuzione del reddito, di tassare i patrimoni e i “redditi eccessivi” per risolvere il problema della disuguaglianza di ripartizione della ricchezza negli Stati dell’Unione, inoltre si invitava la Commissione europea “a presentare una nuova risorsa propria, basata su un’imposta sul patrimonio di individui e famiglie” per risolvere il problema. Cittadini e famiglie, quindi tutti. Ma poi: “redditi eccessivi” in che senso?
Nel testo dell’emendamento – poi bocciato – non c’era modo di leggere, che cosa o quanto la sinistra ritenesse “reddito eccessivo”, quindi non possiamo saperlo; di sicuro in cinque emendamenti il Pd è riuscito a chiedere all’Europa l’introduzione di sei nuove tasse.
Grazie all’attenzione posta dalla Lega (gruppo Identità e Democrazia) sulla risoluzione gli emendamenti delle sinistre sono stati rifiutati e la proposta della patrimoniale non ha ottenuto il supporto necessario al momento della votazione. La scelta da parte del Pd di mettere in discussione una soluzione fiscale così rilevante rappresenta una conferma dell’inclinazione marcatamente a sinistra impressa al partito dalla sua nuova leader, Elly Schlein.
Resta tuttavia il fatto che la Commissione europea starebbe pensando a tutta una serie di nuove tasse per rimpolpare il proprio bilancio e restituire da qui al 2058 il debito di 806,9 miliardi contratto per finanziare Next Generation Eu, il Piano di ripresa e resilienza per gli Stati membri volto a risanare le perdite causate dalla pandemia che finanzia anche il nostro Pnrr. La proposta di una “imposta sul patrimonio progressiva” è stata per ora sconfitta, ma va da sé che l’idea non è morta e tutti coloro che l’hanno nel loro “Dna” politico ci riproveranno alla prossima occasione.
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