Dopo l’Eurogruppo, l’Ecofin e l’elezione di Roberta Metsola alla presidenza del Parlamento europeo con ben 562 voti favorevoli, l’agenda europea oggi prevede non solo la riunione del Consiglio direttivo della Bce, ma anche la decisione di Strasburgo sulla conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione. Abbiamo fatto il punto con l’ex direttore del Sole 24 Ore Guido Gentili.
L’Eurogruppo e l’Ecofin hanno confermato che il prossimo sarà un anno all’insegna della politica di bilancio restrittiva. Il ministro dell’Economia Giorgetti aveva però già detto la scorsa settimana che non ci sarà una manovra lacrime e sangue. Sarà davvero possibile evitarla?
È certamente un esercizio complicato riuscire a trovare un equilibrio tra un debito pubblico che continua a salire avvicinandosi alla soglia dei 3.000 miliardi di euro e l’esigenza di rispettare un percorso di rientro dei conti pubblici che il Governo dovrà mettere nero su bianco entro il 20 settembre nel Piano strutturale di bilancio di medio termine. Sappiamo che Giorgetti ha già messo in campo variabili importanti come le privatizzazioni per un punto di Pil in tre anni o la spending review, che però continua a incontrare delle resistenze. Ci sono, però, anche alcuni fattori non trascurabili da considerare.
Quali?
In primo luogo, le decisioni della Bce sui tassi di interesse, che incidono sul costo del rifinanziamento del debito. Cruciale è anche il livello di crescita del Pil, le cui previsioni del Governo (+1%) divergono di pochi decimali da quelle delle organizzazioni internazionali come il Fmi (+0,7%), decimali che possono, però, fare la differenza in questa situazione. Importante, in questo senso, sarà anche l’implementazione del Pnrr. Per tornare alla domanda iniziale, mi sembra che in ogni caso una manovra lacrime e sangue, come ai tempi del Governo Monti, effettivamente non sia in vista. Ciò non toglie che non vada abbassata la guardia sul livello del debito pubblico, che continua a rappresentare il nostro tallone d’Achille anche in sede europea.
Ci sono quindi situazioni, come il livello dei tassi di interesse e l’andamento del Pil, che andranno verificate all’ultimo, proprio prima di approvare la Legge di bilancio.
Non c’è dubbio. Da quando verrà approvato il Piano strutturale di bilancio di medio termine sicuramente si potrà avere un quadro più chiaro.
Dopo le parole di Giorgia Meloni al vertice Nato bisognerà anche vedere se sarà effettivamente possibile alzare la spesa per la difesa al 2% del Pil.
Giorgetti, in effetti, ha invocato prudenza sul tema, ma sappiamo anche che si tratta di un impegno politico che in questa fase geopolitica, prima ancora di sapere quali saranno i risultati delle presidenziali americane, rappresenta in qualche modo un passaggio obbligato, non più eludibile come in passato. Questo vale non solo per l’Italia, ma per tutti i Paesi europei.
A proposito di Europa, dopo l’elezione con un’ampia maggioranza di Metsola alla presidenza del Parlamento europeo, ora si attende il verdetto di Strasburgo sulla von der Leyen.
Nessuno si aspettava una maggioranza così “bulgara” a favore della Metsola. Devo dire che mi ha colpito un dettaglio, ovvero il fatto che Ecr sia riuscito a ottenere due vicepresidenze, tra cui quella dell’italiana Sberna, a differenza di Patrioti per l’Europa, che pure è il terzo gruppo parlamentare dopo Ppe e Pse. Mi sembra indicativo della ricerca di una stabilità, complicata, ma possibile per l’elezione della von der Leyen, anche se sarà tutta un’altra storia: sappiamo che ci sono dei mal di pancia tra gli stessi popolari, in particolare sulla transizione green, anche per via del coinvolgimento dei Verdi, ma c’è anche una trattativa che credo proseguirà fino all’ultimo minuto con Fratelli d’Italia.
In questa trattativa cosa può rientrare? Si ipotizza di tutto, da un Commissario italiano di peso alla questione delle concessioni balneari fino a una certa dose di flessibilità sui conti pubblici…
Tenderei a escludere la possibilità di ottenere qualche trattamento particolare su conti pubblici e concessioni balneari. Nel primo caso, infatti, non va dimenticato che anche la Francia è sorvegliata speciale e sarà, quindi, un’osservatrice interessata delle mosse di Bruxelles nei nostri confronti. Nel secondo, invece, è da tempo che l’Ue ci bacchetta e difficilmente potrà fare un passo indietro. Pertanto penso sia più facile che si possa ottenere un Commissario italiano di peso e credo che Fitto abbia il profilo più adatto per ottenere l’incarico. Si tratterebbe di capire quale delega specifica gli verrebbe assegnata. Oltre a questo, penso che per la Meloni sarà importante capire quali sono le intenzioni della von der Leyen, già nel discorso che terrà al Parlamento europeo, sull’immigrazione.
Il risultato della Metsola rischia di alzare l’asticella per la von der Leyen? Se quest’ultima venisse eletta, poniamo il caso, con poco più di 400 voti, non sarebbe un piccolo insuccesso?
Non c’è dubbio. Ma va anche detto che nel caso della von der Leyen si tratta di un secondo mandato e che il suo profilo decisionista, oltre che il rapporto che ha costruito nell’ultimo anno con la Premier italiana, non sono ben visti ovunque all’interno della stessa maggioranza che la sostiene apertamente. Forse l’aiuta, però, un clima generale che non concede passi falsi all’Europa, a partire proprio dalla mancanza di una sua conferma alla guida della Commissione che smentirebbe settimane di trattative, senza dimenticare che, come emerso dal Rapporto sul mercato unico di Letta e dai contenuti noti di quello sulla competitività di Draghi, che verrà presentato dopo l’estate, l’Ue è chiamata a prendere decisioni vitali per la sua stessa esistenza.
Decisioni per le quali occorrerà anche affrontare la questione del debito comune…
Viste anche le recenti dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Lindner, quello del debito comune resta un tema complicato da affrontare, anche se si tratta di una necessità assoluta. Il bilancio dell’Europa, infatti, deve essere coerente con gli obiettivi che essa stessa si dà. Al momento, però, continuano a pesare diverse resistenze che sono trasversali.
(Lorenzo Torrisi)
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