Nelle ricerche con il Prof. Paolo Savona chi scrive ha imparato a dare priorità alla tutela nel presente e alla difesa prospettica della fiducia economica nonché agli strumenti per ottenerle. Con questo in mente sta analizzando la situazione corrente dell’Ue dove il cambio di mondo in atto sta producendo una crisi potenziale della fiducia, ancora non devastante, ma tendenzialmente pericolosa se non contrastata in tempo utile. Con quali nuovi strumenti?
Ipotesi. Lo scenario corrente mostra una crisi del modello mercantilista, cioè “export led”, adottato, chi più chi meno, dagli Stati europei, in particolare da Germania e Italia. I dati mostrano che non sarebbe facile per gli Stati europei passare a un modello economico trainato dai consumi interni come quello statunitense. Pertanto è interesse vitale dell’Ue spingere una ri-globalizzazione selettiva per compensare la de-globalizzazione conflittuale in atto, cioè la perdita del mercato russo e la crescente difficoltà in quello cinese dovuta sia alla relazione conflittuale con il G7 amerocentrico, sia alla crisi interna (con certe somiglianze a quella della sbolla del Giappone nel 1992).
Il punto centrale di tale strategia sarebbe la trasformazione del G7 in una comunità economica (denominabile Free Community) integrando i trattati bilaterali di libero scambio esistenti tra le nazioni del G7 stesso entro un’unica matrice armonica, per poi farla evolvere (con metodo funzionalista) verso standard comuni e una metamoneta virtuale, tipo l’Ecu pre-euro denominabile come “credit”, sintesi (e “safe asset”) di un accordo monetario tra dollaro, euro, yen e sterlina. L’avvio di una tale strutturazione del G7 farebbe percepire e scontare al mercato una maggiore possibilità, via fiducia prospettica, di estrarre ricchezza dal futuro per usarla nel presente come capitale di investimento futurizzante. E sarebbe, aggiungendo al G7 Corea del Sud ed Australia, un polo di attrazione fortissimo per le nazioni del Global South evitandone una compattazione rivendicativa contro il G7, in particolare India, Brasile, Sudafrica, Turchia, Arabia, Indonesia, ecc., non necessariamente includendole, ma associandole con trattatati collaborativi.
Nelle simulazioni questo scenario è il maggiore produttore di fiducia globale e (derivata) per le nazioni Ue. Ma per avviarlo serve un trattato bilaterale economico euroamericano, principale nucleo magnetico per tale scenario. La politica statunitense ora ritiene pericoloso farlo, pur aumentando la convergenza con il G7, a causa del forte consenso per il protezionismo a sinistra e destra: fino a dopo le elezioni del 2024 non potrà essere linguaggio pubblico. Ma dopo sì, anche perché sarà evidente la necessità/interesse di Washington a rinnovare la Pax Americana via una Nova Pax per guidare il globo con un modello più inclusivo degli alleati.
L’Ue dovrebbe considerare fin da ora questo scenario preparando internamente più compattezza e semplificazione dei trattati esterni.
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