Nel Regional Outlook 2024 del Fondo monetario internazionale dedicato all’Ue, la ripresa economica del Vecchio continente viene vista in rallentamento e al di sotto del suo potenziale. Per quest’anno e il prossimo si parla di una crescita modesta, spinta in particolare dal rafforzamento della domanda interna dovuto alla disinflazione. Al contempo, secondo il Fmi, resta necessaria una politica fiscale che garantisca la sostenibilità del debito pubblico e una sua riduzione. Abbiamo chiesto un commento a Luigi Campiglio, Professore di Politica economica all’Università Cattolica di Milano.



La disinflazione in atto accresce il potere d’acquisto delle famiglie. Non c’è, tuttavia, il rischio che le maggiori risorse a disposizione vengano destinate al risparmio, anziché ai consumi?

Dipende anche da che vie prende questo risparmio. L’intermediazione, infatti, può anche trasformarsi in credito per le imprese e in investimenti. Diciamo che in una situazione come quella attuale il risparmio, di natura cautelativa, non si trasforma in una domanda effettiva, ma in una domanda potenziale.



Molto dipende anche dal contesto internazionale, dai timori di un’escalation dei conflitti…

Non solo, pensiamo al voto di settimana prossima negli Stati Uniti. A mio parere si aprirà un periodo di incertezza sia che vinca Kamala Harris con uno scarto ridotto rispetto a Donald Trump, sia che vinca l’ex Presidente. Ci sarà una fase di assestamento in entrambi i casi.

Una fase di assestamento che si aggiunge a quella in corso nell’Ue stessa, visto che ancora la nuova Commissione non si è insediata.

Esattamente. Diciamo che si tratta di una congiuntura molto breve, ma cruciale. Il risparmio cautelativo, in una situazione del genere, è per certi versi inevitabile.



Secondo il Fmi, le Banche centrali hanno opportunamente iniziato ad allentare la politica monetaria. Lei cosa si aspetta dall’ultima riunione dell’anno del Consiglio direttivo della Bce in programma il 12 dicembre?

La Bce da giugno ha aperto la strada alla discesa dei tassi, ma essa va anche percorsa. Mi aspetterei che a questa timida apertura segua in modo coerente un altro abbassamento dei tassi a dicembre, non elevato, ma quanto meno in grado di trasmettere un segnale di disponibilità a un ulteriore allentamento, quindi pari a un quarto di punto. È importante, infatti, non restare a lungo a metà del guado per evitare che la situazione economica si deteriori.

Cosa pensa, invece, del richiamo del Fmi sulla politica fiscale e la riduzione del debito pubblico, visto che le nuove regole del Patto di stabilità e crescita sembrano essere già piuttosto stringenti?

È difficile pensare a un ulteriore sforzo di contrazione, che rischierebbe di creare altri timori sul clima delle decisioni familiari. Con il nuovo Patto di stabilità si è scelto di andare in un certa direzione, ma non bisogna necessariamente farlo correndo.

Nel caso italiano, con la Legge di bilancio si va in questa direzione?

A mio avviso nella manovra più che un’eccessiva stretta, vi è una criticità rappresentata da dei “buchi” riguardanti problemi riconosciuti urgenti, ma che ritengo non abbiano avuto l’attenzione che meritano. Ad esempio, è noto il problema della denatalità nel nostro Paese e penso che un paio di provvedimenti non molto costosi sarebbero quanto mai opportuni.

Quali interventi ha in mente?

Una qualche forma di investimento sulla formazione dei giovanissimi, come avviene in Francia, dove alle famiglie sotto una certa soglia di reddito viene garantita un’indennità per il ritorno a scuola dei figli dai 6 ai 18 anni, in modo che possano affrontare le spese dovute all’inizio dell’anno scolastico (materiale scolastico, abbigliamento, attrezzature, ecc.). Oppure un’iniziativa simile al Wic (Women, Infants and Children) operante negli Stati Uniti: un programma nutrizionale, comprensivo di una card per l’acquisto di cibi salutari, destinato alle donne e ai bambini fino a 5 anni.

Pensa sarebbe utile qualche altro correttivo alla manovra?

Un provvedimento utile per la sanità sarebbe quello di rapportare le detrazioni fiscali sulle spese sostenute al fatto che il servizio sanitario pubblico, purtroppo, necessita di qualche aggiustamento, specie sul fronte delle liste d’attesa. Resto poi convinto occorra un qualche intervento, se non il salario minimo legale, per contrastare il lavoro povero.

Sul fronte europeo, che cosa si può fare per cercare di avere una crescita più sostenuta?

O sosteniamo in modo adeguato la domanda interna, le famiglie in particolare, oppure dobbiamo necessariamente far leva sulla domanda estera, cui tipicamente sono legati Paesi come la Germania. Se l’economia tedesca riuscisse a uscire dalla recessione, noi potremmo trarne giovamento.

(Lorenzo Torrisi)

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