Caro direttore,
mi sento un europeo di serie B, ne sono consapevole ma anche profondamente irritato, perché – pur avendo votato solo un mese fa – mi rendo conto che il voto di centinaia di milioni di persone non conta assolutamente nulla.

Io non ho mai approvato o potuto votare una Costituzione europea che tuteli anche i miei diritti e mi sento leso nei miei sentimenti perché in sede comunitaria si è creata un’aperta ostilità verso chi non è in linea con un certo modo di intendere le cose.



In democrazia è giusto che ci sia una maggioranza che governi e chi è all’opposizione faccia il suo lavoro, ma qui siamo all’aperta violazione dei diritti fondamentali e alla costituzione di una rete di interessi contro i quali i cittadini europei non possono fare nulla e che pregiudizialmente eliminano il dissenso.



Se si crea un governo europeo includendo solo alcuni partiti politici, questo governo si è auto-assegnato il diritto di votare anche la Commissione europea e tutta una serie di altri enti ed organismi che poi decidono, dai princìpi etici fondamentali alle scelte economiche, in totale autonomia, anzi “ricattando” i dissenzienti. Per esempio il maggior partito di Francia, il Rassemblement National, che domenica ha raccolto oltre 10 milioni di voti, dal sistema francese ottiene solo 143 seggi nel proprio parlamento, ma in Europa è addirittura escluso da tutto, mentre la sinistra con 7 milioni di voti non solo prende 168 seggi, ma in Europa conta “tutto”: è un sistema democratico?



I cittadini europei in gran parte non sanno, non capiscono, non sono informati e sono volutamente tenuti all’oscuro di queste cose da chi effettivamente decide.

Un governo dissenziente viene emarginato nonostante non faccia nulla contro i princìpi europei. L’Italia e l’Europa ripudiano la guerra? Si arriva al ricatto di proporre addirittura la cancellazione della presidenza di turno perché – è il caso Orbán – “si è permesso” (dopo essere stato a Kiev) di andare anche a Mosca e in Cina. Orbán non aveva nessuna pretesa di rappresentare l’intera Unione, ma lavorare per tentare una mediazione di pace, invece che fare la guerra ad oltranza, è negli scopi istituzionali dell’UE, eppure Orbán viene per questo ostracizzato.

È legittima una maggioranza politica, ma nessuna carta della UE prevede che debba essere emarginato uno o più Paesi e/o gruppo di partiti politici solo perché è all’opposizione del ristretto numero di quelli di maggioranza, come sta avvenendo in queste ore con il “cordone sanitario” invocato per escludere il gruppo dei Patrioti. Un esempio è calzante: i cittadini che hanno votato Forza Italia che fa parte del PPE hanno votato perché la Commissione sia diretta dalla sinistra e venga emarginato il governo italiano di cui fanno parte loro stessi? Eppure è l’assurdità che ogni giorno vive il nostro ministro degli Esteri senza alcun apparente imbarazzo.

Ma – altro esempio – la maggioranza dei cittadini europei vuole o no un coinvolgimento armato dell’Ue in Ucraina? Tutte le rilevazioni rispondono di no, eppure l’opinione prevalente non è tenuta in considerazione, anzi.

Chi ha detto, altro esempio, che i cittadini europei condividano almeno una parte delle posizioni iper-green assunte dall’Unione e che la stessa UE impone agli Stati membri, tenuti ad attuarle anche se non le condividono?

C’è un enorme problema di rappresentanza, dovuto ad una sorta di “maggioranza variabile” che a volte raccoglie aree politiche, altre volte aree territoriali, altre volte ancora interessi economici più o meno occulti o dissimulati e con il cittadino che non ha un riferimento con cui confrontarsi o un mezzo democratico per far comprendere il proprio dissenso.

La democrazia diretta fa assumere scelte, quella indiretta concede deleghe (ad esempio ai propri rappresentanti parlamentari), ma arrivando ad una democrazia di terza o quarta mano gli stessi parlamentari europei non hanno poi la possibilità di intervenire sui centri di potere che non sono mai chiamati a “voti di fiducia”, né sulle scelte di persone che poi assumono poteri enormi: valga per tutti la BCE, che a sua volta controlla, condiziona e a volte ricatta gli stessi Stati controllando il rubinetto degli aiuti, dei contributi, delle politiche di deficit.

Infine la stessa giustizia europea è lenta, plantigrada, costosa, quasi irraggiungibile e mostra di non essere quasi mai capace (vedi anche gli scandali recenti) di intervenire con equità, ma anche severità, sugli abusi manifesti di una burocrazia mostruosa. Per questo mi sento non rappresentato da questa maggioranza che si delinea all’orizzonte e per la quale spero che i rappresentanti italiani, almeno quelli di centro-destra, abbiano il coraggio di rappresentare con coerenza i propri elettori.

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