La debolezza delle opposizioni e le divisioni all’interno del Partito conservatore hanno reso facile a Boris Johnson resistere alle richieste di consentire un governo ad interim guidato da un altro esponente del suo partito. Di conseguenza, BoJo rimarrà a capo del governo fino alla scelta del suo successore, scelta che non si presenta facile per il Partito conservatore.



Secondo un articolo di The Guardian, prima di cedere il potere Johnson vuol mettere al sicuro alcuni punti che ritiene determinanti nella sua politica: la Brexit, la posizione sull’Ucraina e la riduzione delle differenze socioeconomiche nel Regno Unito.

L’attenzione a che non vengano “addolcite” le trattative sulla Brexit è del tutto comprensibile, dato che Johnson ha conseguito il suo grande successo nelle elezioni del 2019 proprio come leader dei Brexiteer. Sull’Ucraina, la sua posizione molto netta e completamente schierata con Washington in funzione antirussa non sembrerebbe lontana dal comune sentire dei cittadini britannici. È possibile che qualcuno nel partito la ritenga troppo pesante e forse Johnson vorrebbe renderla del tutto irreversibile.



Più nuova credo, almeno per chi è fuori dall’Uk, la questione delle disparità all’interno del Paese e le politiche suggerite da Johnson, da lui definite “levelling up”, cioè livellamento delle differenze, e poste come punto centrale del programma del suo governo. Qui il pericolo di un cambio di atteggiamento è reale, date le precedenti politiche dei Conservatori e, dall’altra parte, i non incisivi interventi finora dello stesso governo Johnson. Significativa la polemica scoppiata nello scorso mese all’interno del partito nell’Inghilterra del Nord, area interessata ai programmi di “levelling up”, con l’accusa a Johnson di anteporre l’Ucraina agli interessi di quella regione.



L’attenzione è ora concentrata sulla scelta del successore, dopo un lungo iter conclusosi mercoledì scorso con la designazione dei due candidati finali per la nomina a leader del partito e del governo. Questa indicazione è il risultato di una serie di votazioni dei deputati Conservatori della Camera dei Comuni, che hanno visto all’inizio la partecipazione di 11 candidati. Ora i due rimasti in gara verranno sottoposti al voto dei circa 200mila iscritti al partito e la designazione del vincitore è fissata per il 5 settembre.

I confronti televisivi tra gli ultimi cinque candidati rimasti in lizza si sono trasformati in scontri molto vivaci, anche sul piano personale, tanto che un ultimo confronto è stato annullato temendo danni all’immagine del partito. In un certo senso, l’esito finale sembrerebbe una scelta per “l’usato sicuro”: Rishi Sunak e Liz Truss, entrambi già membri del governo Johnson. Il primo è stato Cancelliere dello Scacchiere fino all’8 luglio, la seconda ministro degli Esteri, ancora in carica.

Nel ballottaggio parlamentare Sunak ha ricevuto 137 voti contro i 113 della Truss, mentre 105 sono andati a Penny Mordaunt, membro del governo ma outsider innovativa nella gara. I programmi dei due contendenti verranno più dettagliati nei prossimi confronti, per il momento vengono visti l’uno più a sinistra, l’altra più a destra e più vicina alle posizioni di Boris Johnson, al quale Truss è rimasta fedele a differenza di Sunak, uno dei “ribelli” all’origine dell’attuale crisi. Questo potrebbe essere in effetti un elemento a favore della Truss presso gli iscritti al partito, come alcuni sondaggi sembrerebbero segnalare.

I due candidati, peraltro, devono tener conto non solo degli iscritti al partito, bensì della più ampia platea degli elettori in vista delle elezioni del 2024 e, non a caso, la politica fiscale è al centro del dibattito. Liz Truss è in favore di un taglio delle tasse e di minori vincoli, date le difficoltà del momento; Rishi Sunak, pur dichiarandosi a favore di una riduzione del carico fiscale, ne discute i tempi di attuazione per dare la precedenza alla lotta all’inflazione. Come detto, le rispettive posizioni verranno meglio articolate nei prossimi dibattiti e il primo si terrà lunedì prossimo alla Bbc.

Nel suo più recente intervento ai Comuni, Johnson ha ribadito la sua richiesta di rimanere allineati con Washington contro la Russia, mantenendo il più ampio supporto all’Ucraina. Entrambi i candidati hanno finora tenuto una posizione netta di condanna verso Mosca, ma qualche commentatore fa notare che la moglie di Sunak sta traendo vantaggi finanziari dall’investimento in un’impresa che si è rifiutata di ritirarsi dalla Russia. Sunak è stato un deciso Brexiteer fin dall’inizio, mentre la Truss è stata a favore del Remain per poi schierarsi a favore della Brexit.

In questo ultimo discorso, Johnson si è accomiatato con un “Hasta la vista, baby”, un rimando al film Terminator 2 e che molti commentatori hanno completato con la frase seguente di Schwarzenegger: “I’ll be back”. Un “arrivederci” e un “tornerò” che forse non hanno sorpreso, ma che hanno probabilmente preoccupato molti anche nel suo partito. BoJo rischia però di perdere il suo posto di deputato se la commissione parlamentare di inchiesta sul cosiddetto Partygate dovesse ritenerlo responsabile di avere mentito al Parlamento. Johnson potrebbe comunque ripresentarsi come candidato nelle elezioni suppletive del collegio.

Magari, come qualcuno insinua, alla testa di un nuovo partito.

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