Il coronavirus sembra non volerne sapere dei modelli matematici fatti apposta per ingabbiarlo. 2.706 malati e 107 morti, 276 i guariti, aumento del 72,5%, dice il bollettino della protezione civile. Domani potrebbe cambiare. Intanto si consuma il balletto quotidiano dell’indecisione del governo: ieri è toccato a scuola e università. Assistiamo ad una moltiplicazione dell’incertezza a fronte della quale seguono a cadenza giornaliera provvedimenti di urgenza. È possibile che un governo in grave crisi di consenso si giovi di questa situazione per legittimare se stesso?



Ne abbiamo parlato con Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano. Per il giurista il momento è propizio per instaurare uno stato d’eccezione. “L’emergenza – spiega Mangia – consente di fare infinite cose che in condizioni normali non si potrebbero fare”: dalla nomina di un commissario fino alla firma del Mes, passando per il 5G.



La nostra è solo una congettura politicamente malevola, professore?

Non è questione di congetture. Le situazioni di emergenza e gli stati di eccezione fanno parte della vita di tutti gli Stati. Il diritto costituzionale li conosce da sempre. L’emergenza, per definizione, è ciò che non è previsto perché non è prevedibile. Come lo sbarco da Marte. E come tale non può essere disciplinato in via ordinaria. Lo si fa in via straordinaria, con lo stato di eccezione.

Allora che cosa si fa?

Si fa quello che fece lo Stato italiano neo-unitario all’indomani del terremoto di Messina del 1908: inventò il decreto-legge. La disciplina dell’emergenza si è sviluppata simultaneamente in tutta Europa e se n’è fatto ampio uso durante e soprattutto subito dopo la prima guerra mondiale, basti pensare ad una calamità come l’influenza spagnola che uccise soltanto in Italia quasi 400mila persone.



Questo impone di riflettere su quali sono i poteri di un governo nello stato d’eccezione.

Santi Romano diceva che l’emergenza è una fonte del diritto. Vale sicuramente per il coronavirus. Pensiamo al decreto-legge 6/2020 appena varato dal governo e ad altro che potrebbe arrivare.

È improprio evocare la presa del potere di Hitler in Germania nel 1933?

No, perché avvenne attraverso lo stato d’emergenza, dovuto alla crisi del ’29 e preceduta dall’enorme controversia sui poteri emergenziali dell’allora capo dello Stato maresciallo Hindenburg. È quello che si ripropone, non so quanto consapevolmente, quando si chiede a Mattarella di mettere un commissario straordinario che gestisca l’emergenza al posto del governo.

La tempesta dello spread nel 2011 portò alla caduta di Berlusconi e all’arrivo di Monti. Fu Napolitano a gestire lo stato d’eccezione.

Nel 2011 si era creata un’emergenza i cui presupposti mi sembrano molto meno naturali del coronavirus. E sulla base della quale si è realizzata la Seconda Grande Cesura nella storia della Repubblica, dopo Tangentopoli. Questa sarà la Terza. 

È questo il livello di gravità?

Davvero si può pensare che dopo questa situazione l’Italia sarà uguale a prima? Nelle Regioni del Nord alla sospensione dei legami sociali è seguito lo stop economico. L’Italia intera è in quarantena, e chi lo nega è fuori dalla realtà. Stiamo assistendo a un 8 Settembre a bassa intensità e non sappiamo cosa verrà dopo.

Come valuta l’operato del governo?

Il comportamento e le decisioni della scorsa settimana, l’utilizzo non si capisce se incauto o doloso dei media e della comunicazione, hanno amplificato enormemente la situazione di emergenza in Italia. E questa si è riflessa all’estero. La conseguenza è la sistematica cancellazione degli ordinativi per le imprese italiane e per il turismo registrata ovunque. Complimenti davvero. 

Francia e Germania?

Hanno un quadro politico interno fortemente destabilizzato: pensi ai gilet gialli in Francia, e al fastidio verso un governo sfilacciato e incapace di gestire la crisi delle esportazioni in Germania. Non volendo anche l’emergenza da coronavirus, hanno mentito. Sarà da vedere con quali risultati.

Il nostro sistema sanitario?

Ha solo meriti. Essendo mediamente il migliore d’Europa, dopo la Francia, ma con punte d’eccellenza che la Francia non ha, ha più antenne per cogliere i segnali, e quindi ci ha dato più segnali: più tamponi positivi, più contagi, più malati. Ribadisco un punto: tutto si sarebbe potuto gestire in modo molto diverso se non ci fosse stata l’ossessione della discriminazione razziale. 

Discriminazione razziale verso chi?

Verso la comunità cinese. La scelta demenziale è stata quella di chiudere i voli dalla Cina, invece di mettere tutti gli arrivi in quarantena, come hanno fatto tutti i paesi del mondo. A prescindere che fossero bianchi, gialli, neri o venissero da Marte. Non è stato fatto perché c’erano troppe navi Diciotti, Gregoretti e Sea Watch sullo sfondo, troppo razzismo e fascismo ritornante da usare. 

Torno alla nostra congettura di partenza. È interesse del governo alimentare lo stato di emergenza per legittimarsi?

L’emergenza accade, prescindendo dal fatto che qualcuno sia interessato. Creato lo stato d’emergenza, l’occasione fa sempre l’uomo ladro. L’emergenza distrae e consente di fare infinite cose che normalmente non si potrebbero fare. 

Ad esempio?

Procedere a tappe forzate verso l’unione bancaria. Blaterare di 5G in spregio a maggioranza e opposizione. Inveire contro ministri che non hanno dato quanto promesso e farsi capipopolo per un giorno. Tra Italia ed Europa, con quello che sta accadendo, il momento è irripetibile. Per questo ed altro.

Servono misure straordinarie a sostegno dell’economia. Qualcuno è tornato ad evocare il Mes, fondo europeo salva-Stati. Perché non ricorrere alla sua capacità di prestito?

Affidarsi al Mes sarebbe un errore clamoroso. L’attivazione del Mes farebbe scattare un meccanismo folle per cui potrebbero essere richiesti all’Italia, dall’oggi al domani, fino a 125 miliardi. Sa come funziona quella che lei ha chiamato “capacità di prestito”?

Ripassiamolo, per favore.

Ci siamo impegnati a versare fino a 125 miliardi in 5 anni. Al momento ne abbiamo versati soltanto 14. Attualmente il Mes opera con una dotazione limitata; in caso di attivazione emetterebbe obbligazioni al pari di una banca sovrana, immune da qualunque giurisdizione, richiamando dagli Stati membri le quote dovute e non sottoscritte. Vuol dire in caso di bisogno, e una pandemia europea lo sarebbe, potrebbe chiedere allo Stato italiano fino a 125 miliardi.

Dove li prendiamo?

Andrebbe chiesto a Gualtieri e a tutti coloro che invocano il Mes come il buon samaritano. O il governo fa un’emissione straordinaria di titoli di Stato che nessuno comprerebbe, o va a prendere i soldi dai conti correnti degli italiani. Come? Vedi alla voce “patrimoniale”. 

Cosa farebbe il Mes con questi soldi?

Ce li presterebbe indietro contro interessi con gli auguri dell’Europa e la scusa del meccanismo assicurativo e della solidarietà europea. Andremmo quindi a pagare l’interesse sui nostri soldi. I soldi del fondo salva-Stati ci sono solo in minima parte; per averli, il Mes deve chiederli agli Stati che hanno sottoscritto il trattato.

Un modo per indebitarci ancor di più. Una trappola.

Il banco vince sempre. E il Mes è stato costruito per essere il banco.

Si parlava di stato d’eccezione e di momento irripetibile.

Sa, una volta i provvedimenti più sgradevoli venivano messi in Gazzetta Ufficiale ad agosto, quando gli italiani erano in vacanza e pensavano ad altro. Proprio come adesso stanno pensando a non ammalarsi e a come arrivare a fine mese. 

Perché dice questo?

Perché il Mes è caduto in un limbo informativo creato ad arte e non se ne è saputo più nulla. Sappiamo soltanto che il 16 marzo è stato calendarizzato un Eurogruppo la cui agenda sarà resa nota una settimana prima. Forse. Sarebbe la situazione ideale, legittimata da ragioni di eccezionalità, per arrivare all’adozione del trattato in nome dell’emergenza.

Non le chiedo un commento sul “pacchetto di risorse aggiuntive e straordinarie da 3,6 miliardi, pari allo 0,2% del Pil” di cui ha parlato Gualtieri a Repubblica

Ne servirebbero almeno 20. Un pacchetto insufficiente sarebbe invece un ottimo modo per invocare soluzioni eccezionali. Vedi sopra.

Come giudica invece l’invocazione di un commissario?

È l’approdo classico degli stati d’emergenza in cui il caos è tale per cui alla fine si invoca il vecchio dittatore del diritto romano. 

Il Cincinnato della situazione. Perché no?

Si dice che Cincinnato abbia avuto la caratteristica di tornare al suo aratro. Ma nella storia di “dittatori” che l’hanno fatto se ne sono visti pochi. Potremmo anche chiamarli civil servants, o riserve della Repubblica, ma la sostanza non cambierebbe. E se si ha cura di rileggersi il Tito Livio del liceo ci si accorge che Cincinnato che torna all’aratro è una frottola per anime belle. La verità è che, dopo la prima, Cincinnato si è fatto la seconda dittatura, e anche dopo quella è restato in giro per un pezzo. Bisogna stare lontani da idee del genere, Mes compreso, come si sta lontani dal fuoco. Chi propone queste idee è pericoloso.

Qual è la soluzione? Tenerci questo governo?

Questo governo ha dimostrato chiaramente di non essere in grado e di non avere gli uomini per gestire la situazione. Serve un governo di unità nazionale, che si dia un programma di reinvestimento in infrastrutture facendo più deficit, che si può tranquillamente fare perché nei trattati le situazioni di emergenza sono contemplate. Nei conti correnti italiani ci sono soldi che in altri paesi non ci sono. Questo è il vero primato italiano, assieme a sanità e pubblica sicurezza. Che altrove ci si sogna di avere, e che fanno funzionare l’Italia nonostante tutto. 

Ma così avremo più debito pubblico.

Sì e magari ricominceremmo a crescere, usandolo come leva per lo sviluppo. Questa è una crisi che può portare o allo sfacelo dello Stato, o al rinnovamento delle politiche economiche. Purtroppo ci vorrebbe una classe dirigente all’altezza, che non abbiamo.

(Federico Ferraù)

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