Il quadro generale appare positivo come mai prima. Tutto questo grazie alla campagna di vaccinazione, che però vede diverse regioni più indietro rispetto alla media nazionale, ad esempio Sicilia e Sardegna: “Spero che la soluzione del bilanciamento fra le regioni sia la possibilità giusta, anche se non so sinceramente se risolverà il problema. Il problema si risolve se le persone vengono vaccinate in maniera omogenea in tutte le regioni con le stesse modalità e con le stesse quantità di dosi utilizzate. Soluzioni come il bilanciamento sono surrogati, degli escamotage”, ci ha detto il professor Massimo Ciccozziordinario di Statistica medica ed epidemiologia nell’Università Campus Biomedico di Roma. E davanti al problema che in Italia ancora in troppi rifiutano AstraZeneca usa un tono deciso: “Un vaccino non è migliore di un altro, tutti i vaccini sono buoni. Tutti i vaccini tolgono i sintomi della malattia, non si muore più di Covid. Non si può rifiutare una vaccinazione, è da sciocchi”.



La campagna di vaccinazione sembra procedere bene, però alcune regioni sono un po’ in ritardo. Si parla di usare il metodo di bilanciamento fra regioni: è una buona idea?

Spero che sia una buona idea perché alla fine bisogna fare qualcosa, ma non so sinceramente se risolverà il problema. Il problema si risolve se le persone vengono vaccinate in maniera omogenea in tutte le regioni con le stesse modalità e con le stesse quantità di dosi utilizzate. Questi sono escamotage. Vedremo se funziona.



Mentre da noi in molti rifiutano AstraZeneca, in Germania si assiste a una cosa proprio per utilizzare questo vaccino. Non è una cosa curiosa?

Non è curioso, è mancanza di informazione, è un errore dell’informazione. Dobbiamo cominciare a dire alle persone le cose come stanno e le cose sono molto semplici.

Lei che cosa direbbe?

Che ci sono reazioni avverse? Sì ci sono. Molto rare ma ci sono. Ma il farmaco cosa fa? Il farmaco combatte i sintomi della malattia, non esiste un vaccino migliore di un altro, tutti i vaccini sono buoni, ecco cosa bisogna dire. Tutti i vaccini tolgono i sintomi della malattia, vuol dire che non si muore più di Covid. Tanto è vero che tutte le persone che si sono vaccinate e si sono infettate di nuovo – perché anche se ci si vaccina la mascherina e la distanza di sicurezza vanno mantenute, proprio perché c’è una possibilità del 10-15% di potersi infettare di nuovo – sono tutte sopravvissute perché erano vaccinate. Diciamolo chiaramente, se non fossero state vaccinate sarebbero morte. Anche gli over 70 e gli over 80 hanno subito il virus in maniera asintomatica. Non si può rifiutare una vaccinazione, è da sciocchi.



A proposito di vaccinazioni, c’è chi spinge perché vengano fatte anche alla fascia che va dai 12 ai 15 anni, ma sia Ema che Aifa non hanno ancora approvato la cosa. Come mai?

Io spero che Ema e Aifa si pronuncino al più presto perché nel momento in cui noi andiamo avanti a vaccinare le persone più grandi, è giusto vaccinare allo stesso tempo i ragazzi in questo range di età.

Perché?

Perché sono quelli che si muovono di più, che hanno più contatti sociali, rischiano di più e possono infettare gli altri.

Dunque vanno evitate sacche di popolazione non protette.

Non solo, sacche non protette ma a rischio di infettare. Il virus si muove con le persone e i giovani si muovono più di tutti, rischiano di infettarsi e di infettare.

Il generale Figliuolo promette a giugno “la spallata” decisiva contro il virus. Possiamo sperare che dopo l’estate l’Italia resti gialla?

Spero che aumentino le dosi in modo tale che l’obiettivo prefissato sia raggiungibile. A livello logistico le cose stanno andando bene. Sta cominciando ad arrivare anche Johnson & Johnson ed è una cosa molto positiva.

A che cosa si riferisce?

Oltre alla disponibilità di un ulteriore vaccino, Johnson & Johnson richiede una dose sola. Alla fine dell’estate avremo vaccinato la maggior parte delle persone e rimarranno pochi suscettibili.

(Paolo Vites) 

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