Due scheletri abbracciati, quasi a proteggersi vicendevolmente e contornarsi d’amore per l’eternità. Un abbraccio in grado di resistere all’incedere dei secoli e di ribadire la potenza dell’autenticità di un legame affettivo, come quello che intercorre fra una mamma e un figlio. Sì, perché è proprio questa l’ipotesi più accreditata al momento: una madre che abbraccia il proprio bambino, forse uccisi da una malattia come tifo, difterite o malaria o, ancora, vittime di un’aggressione. Prematuro, al momento, sbilanciarsi in ipotesi: l’unica certezza, attualmente, coincide con il luogo del ritrovamento, il sito tombale di Mesagne (Brindisi), scoperto peraltro in maniera del tutto casuale, durante i lavori di sostituzione della rete fognaria nel centro storico. Immediato lo stop al cantiere, con l’intervento della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, che ha portato alla luce in totale cinque tombe, presumibilmente risalenti al Medioevo, al cui interno sono stati rinvenuti tre anelli, due fibbie, un ditale e altri reperti bronzei. Come confermato dalla Soprintendenza alla redazione barese de “La Repubblica”, “i rinvenimenti archeologici sembrano confermare il dato documentale sulla presenza del cimitero connesso al luogo di culto”. Ora si procederà a ulteriori verifiche per capire se i due scheletri abbracciati siano davvero mamma e figlio.