Il caso di una schermitrice 17enne che avrebbe denunciato un presunto stupro di gruppo durante un ritiro a Chianciano Terme, in provincia di Siena, avrebbe innescato una battaglia tra il legale della giovane campionessa e la Procura della città toscana accusata di “inerzia” per la presunta mancata attivazione del codice rosso a margine della querela. I fatti esposti dalla minorebbe risalirebbero alla scorsa estate e oggi, nell’alveo dell’inchiesta per violenza sessuale scaturita da quella denuncia, ci si trova davanti all‘iscrizione di due giovani atleti nel registro degli indagati. Lo riporta Repubblica, secondo cui la 17enne avrebbe dichiarato di essere stata violentata da tre persone dopo una serata in loro compagnia. Il terzo atleta, che non risulterebbe indagato, sarebbe un campione europeo e avrebbe affermato che stava dormendo al momento della presunta violenza.
Secondo quanto ricostruito dal Messaggero, che ha raccolto alcune dichiarazioni della presunta vittima, la Procura di Siena avrebbe respinto categoricamente l’accusa di non aver agito tempestivamente per indagare sul caso e in una nota, di cui il quotidiano riporta uno stralcio, si legge che “l’indagine ha seguito una via prioritaria, come previsto per i reati da ‘codice rosso’, ma non c’è stata una richiesta di misure cautelari perché il pm titolare del fascicolo non ne ha ravvisato i presupposti“. L’avvocato della schermitrice 17enne avrebbe invece chiesto mirure per impedire che la giovane possa incontrare nuovamente gli atleti che l’avrebbero stuprata durante le competizioni.
Il racconto della schermitrice 17enne che ha denunciato uno stupro di gruppo a Chianciano: “Ho paura”
In uno sfogo affidato ai microfoni del Messaggero, la schermitrice 17enne ha ripercorso la vicenda come un incubo che si ripercuoterebbe anche sulla sua attività agonistica perché a carico degli atleti indagati, secondo l’accusa, non sarebbero state disposte misure per evitare un eventuale contatto.
“Ho paura – ha dichiarato la minorenne –. Come faccio a fare le gare se ci sono quei tre? Non posso salire in pedana e vedere di nuovo quelle persone, le stesse che mi hanno fatto del male. Mi mettono paura, ma io non voglio abbandonare la scherma“. Oggi due dei tre atleti indicati dalla giovane schermitrice quali autori della presunta violenza sessuale risultano indagati. Continuano a respingere le accuse per una vicenda che, secondo la ragazza, si sarebbe consumata mentre si trovava a Chianciano Terme durante un ritiro. Tutto sarebbe accaduto nella notte tra il 4 e il 5 agosto scorsi: “La sera siamo andati tutti nel bar difronte all’hotel a festeggiare dopo le gare di Milano. Ricordo solo di aver bevuto qualcosa, poi il nulla. Mi sono svegliata in una stanza semi incosciente, non avevo energia, non potevo muovermi (…). Perché mi hanno fatto questo? Mi ricordo che uno di questi tre ragazzi, il maggiore di loro, in passato si era interessato a me e mi chiese quale fosse la mia stanza, ma mia sorella, che fa scherma anche lei, mi aveva protetto e lui se ne era andato“.