IL PROGRAMMA SCOLASTICO DELLA FLORIDA CHE “INGUAIA” RON DESANTIS
Davvero il candidato repubblicano Ron DeSantis ha detto che la schiavitù negli Stati Uniti ha avuto «anche lati positivi»? La polemica sollevata negli scorsi giorni negli Usa è giunta fin da noi in Italia per l’articolo di “La Repubblica” che “bombarda” il Governatore della Florida e primo vero sfidante di Donald Trump alle Primarie GOP, reo di aver pronunciato frasi controverse (a dir poco) sul passato schiavista dell’America.
«Stati Uniti, DeSantis sempre più a destra: “la schiavitù ebbe anche lati positivi”»: questo il titolo di “Rep”, ripreso poi anche da altre testate e che richiama in effetti quanto scrivono diversi media Usa in questi giorni. La tesi è semplice: Ron DeSantis riuscirebbe addirittura ad superare, da destra, le posizioni piuttosto oltranziste in diversi settori dell’ex Presidente Donald Trump. In effetti la polemica è forte e quelle frasi restano controverse: il problema è che non le ha pronunciate DeSantis, come sembra dalle ricostruzioni semplicistiche dei soli titoli. «Gli schiavi trassero benefici personali dal loro status, sviluppando particolari abilità»: questa la frase incriminata al centro del nuovo programma scolastico per gli alunni delle scuole medie in Florida, approvato una settimana fa dal Florida Board of Education. Secondo la stampa liberal americana, l’approvazione sarebbe avvenuta sua pressione di Ron DeSantis che già un anno fa probi la “Sunshine State”, ovvero l’insegnamento della “teoria critica della razza”.
DAI GOP AI DEM, TUTTI CONTRO RON DESANTIS PER LE FRASI SULLA SCHIAVITÙ: EPPURE LE TESI SONO DI DUE AFROAMERICANI…
In quella dottrina particolare si sottolinea come il pregiudizio razziale abbia influenzato la storia della nazione: ebbene, DeSantis avrebbe chiesto maggiore obiettività sulla questione affrontando da più letture storiche il periodo del forte segregazionismo razzista. Ora, quelle frasi del programma scolastico della Florida fanno pensare ad un tentativo di DeSantis di provare a superare da destra il grande vantaggio che attualmente Trump ha nei suoi confronti in vista delle Primarie repubblicane dei prossimi mesi.
Il riferimento ai presunti “lati positivi esistenti nella schiavitù” non ha trovato particolare seguito nel GOP come ovviamente tra i Democratici: «Siamo oltre il revisionismo, qui si vuol sostituire la Storia con bugie belle e buone», ha tuonato la vicepresidente degli Usa Kamala Harris, con lei però anche alcuni membri del congresso afroamericani nel Partito Repubblicano. «Chiedo al Dipartimento scolastico di correggere l’affermazione», ha detto il deputato della Florida Byron Donalds, conservatore vicino a Trump. Immediata la replica di DeSantis: «Si è schierato dalla parte di Kamala e dei media liberali». Secondo John James, deputato del Michigan, «nulla dello schiavismo è stato di beneficio ai suoi antenati: in quanto diretto discendente di schiavi mi è difficile capire la posizione di DeSantis». Da ultimo, il senatore della Carolina del Sud Tim Scott, l’afroamericano repubblicano di maggior profilo nel GOP, tuona «Non c’è alcun lato positivo nella schiavitù. Separò famiglie, mutilò esseri umani, stuprò donne. Fu semplicemente devastante. Giornate negative capitano a tutti ma poi ci pentiamo di quello che abbiamo detto e proviamo a chiarire meglio le nostre posizioni…». La teoria avanzata nel programma scolastico della Florida è stata messa a punto anni fa da due autori conservatori, il politologo William Allen e la documentarista Frances Presley Rice. Volete però sapere la “novità”? Quei due autori e professori sono entrambi afroamericani, a conferma del fatto che probabilmente tanto DeSantis quanto la stessa dottrina sono più complesse e meno “inaccettabili” di quanto possa giustamente far pensare un breve virgolettato nei titoli di giornale.