Bufera su David Starkey per alcune dichiarazioni razziste su neri e schiavismo. Lo storico e accademico britannico 75enne, noto anche come divulgatore scientifico, è stato licenziato in tronco. In un forum online, poi rimbalzato sui media nazionali del Regno Unito, si è prima scagliato contro coloro che hanno attaccato le statue di alcuni personaggi storici, poi è andato oltre, negando i connotati da genocidio dello schiavismo. «Se la schiavitù fosse stata un genocidio, allora non ci sarebbero tanti dannati neri in giro», ha sbottato. Tutto era partito da un’analisi di David Starkey del Black Lives Matter, un movimento che lo studioso ha definito come «prodotto della colonizzazione dei bianchi». E quindi ha proseguito: «L’unica ragione per cui questi giovani manifestanti neri sono qui è la schiavitù. La schiavitù non è stata un genocidio, altrimenti non ci sarebbero così tanti dannati neri in Africa o in Gran Bretagna, vero? Molti di loro sono sopravvissuti». Già incappato in passato in altre polemiche a dir poco controverse, non si è limitato a ciò, ma ha anche definito «squilibrati» i manifestanti scesi in strada dopo l’uccisione di George Floyd.



DAVID STARKEY E LE DICHIARAZIONI CHOC SU SCHIAVISMO

Le parole di David Starkey sono state condannate da molti colleghi dello storico, oltre che da attivisti ed esponenti politici, laburisti e conservatori. Tra loro anche l’ex ministro Sajid Javid, figlio di immigrati pachistani, secondo cui «i commenti razzisti di David Starkey dimostrano come anche nel Regno Unito, una delle democrazie multirazziali di maggior successo al mondo, persistano punti di vista orrendi». HarperCollins ha definito «disgustose» le parole di David Starkey, mentre Hodder & Stoughton, che aveva pubblicato il suo libro sulla Magna Carta cinque anni fa, ha annunciato di non voler lavorare più con lui. Ora il divulgatore rischia di perdere diversi incarichi. Il Fitzwilliam College dell’Università di Cambridge, dove Starkey ha un ruolo onorario di docente emerito, ha annunciato «la revisione della sua posizione». Invece la Canterbury Christ Church University lo ha già privato del titolo di visiting professor. Dopo aver rassegnato le dimissioni dal Mary Rose Trust, potrebbe essere infine privato della sua laurea ad honorem dalla Lancaster University.



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