Schillaci: “Restrizioni al fumo fanno parte delle raccomandazioni dell’UE”

Sulle pagine di Libero, il ministro della salute Orazio Schillaci è tornato a parlare del divieto di fumo, che presto potrebbe essere esteso anche all’aperto. Il ministro non ha paura dell'”impopolarità”: “Nel caso me ne farò una ragione. Penso di essere nel giusto. Quando vent’anni fa il mio predecessore, il ministro Sirchia, mise una fitta serie di divieti fu molto più contestato di me, ma il tempo ha dimostrato che aveva ragione. Quella decisione ha salvato centinaia di migliaia di vite” ha spiegato.



Riguardo il divieto di fumo fuori dalle scuole, il politico ha proseguito: “Io non ho un approccio ideologico. Vedo la lotta al fumo all’interno di un discorso di prevenzione, che è la sfida principale per la nostra Nazione e per un servizio sanitario che funzioni al meglio”. Eppure il Premier del suo Governo, Giorgia Meloni, ha proprio il vizio delle sigarette: “Io le voglio bene e mi auguro che smetta, come le ho consigliato. Le dirò che ce lo chiede l’Europa. In effetti, le restrizioni al fumo fanno parte delle raccomandazioni che Bruxelles fa più insistentemente agli Stati membri”.



Schillaci: “Supporti psicologici anche nelle scuole”

Orazio Schillaci non teme le critiche e neppure di usare il pugno di ferro contro le abitudini scorrette. A Libero ha proseguito: “A me interessa la salute degli italiani, soprattutto dei ragazzi, delle donne incinte, dei più deboli. L’estensione del divieto di fumo ai parchi giochi, all’uscita delle scuole o nei pressi degli ospedali ha questa unica ragione. Poi per il resto sono abbastanza liberale. Ma fumare di meno ci aiuterebbe ad avere liste d’attesa in ospedale più corte. La cosa più importante in questo momento è ridurre il numero dei potenziali malati. La salute dipende dallo stile di vita che riusciamo a mantenere e meglio stiamo come popolazione, più la sanità riesce a far fronte a tutte le sfide”.

Non solamente la lotta al fumo. Il ministro della salute è molto preoccupato anche dal “disagio psicologico seguito a due anni di lockdown, che hanno devastato soprattutto i ragazzi. A quell’età sei insicuro, il confronto con il mondo spaventa e se qualcuno ti dà l’occasione di chiuderti in casa, al riparo, ti nevrotizzi ulteriormente e poi per molti può diventare difficile riaprirsi al mondo”. Per questo motivo, “Bisogna intervenire subito con dei supporti psicologici, anche nelle scuole. La sanità e la salute mentale si imparano sui banchi. Dovremmo anche istituire un’ora di educazione all’alimentazione, molto più importante di certe battaglie ideologiche sentite nel passato”.

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