Nella giornata di oggi – riferisce il Corriere della Sera – il ministro della Salute Orazio Schillaci è tornato a parlare dell’annosa questione delle liste d’attesa nella sanità pubblica rispondendo al recentissimo intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel suo discorso di fine anno ha dedicato una brevissima parentesi anche a questo argomento che da troppo tempo è privo di soluzioni concrete: partendo – prima di arrivare a Schillaci – proprio dalle parole di Mattarella, vale la pena ricordare che il Presidente nel suo discorso ha sottolineato che “vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita” costringendo le persone a “rinunciare alle cure e alla medicina” per via dell’impossibilità di sostenere personalmente i costi della sanità privata.
Un discorso che – evidentemente – da giorni risuona nelle orecchie del ministro Schillaci che oggi oltre ad esprimere il suo “sincero apprezzamento” per la parole del Capo di Stato, ricordando che “stiamo dedicando massima attenzione” al tema; tutto poco prima di puntare (nuovamente) il dito contro le Regioni, chiedendo che facciano “uno sforzo maggiore” per usare “le risorse messe a disposizione e [gli] strumenti introdotti con la nuova legge per un sistema più efficiente“, discolpandosi – insomma – delle velate accuse del Presidente Mattarella.
Le Regioni rispondono al ministro Schillaci: “Nessuno stanziamento né in Manovra, né nel Milleproroghe”
Insomma, come già ribadito in altre occasioni, secondo Schillaci a non aver fatto abbastanza fino ad ora per ridurre le eterne liste d’attesa in sanità sono state le regioni che (aveva ricordato in un’altra occasione) fino ad ora non avrebbero utilizzare circa 100 dei milioni già stanziati dall’esecutivo Meloni e dal precedente governo Draghi: una posizione che – quasi naturalmente – ha causato non pochi pruriti negli amministratori regionali che hanno rispedito la palla al dicastero di Schillaci.
Un esempio arriva dalla Toscana e – in particolare – dall’assessore Simone Bezzini che interpellato dal Corriere ha precisato che “non ci risulta né dalla legge di Bilancio né dal decreto Milleproroghe” alcun tipo di stanziamento per le liste d’attesa, mentre il governatore Giani ha ricordato che “questo governo ha ridotto la spesa sulla sanità” portandola dal 7% del 2021 “fino al 6,3% del 2024”; mentre dal conto suo il presidente della federazione degli ordini dei medici FNOMCeO Filippo Anelli ha ricordato che il problema non è tanto economico, quanto legato alla “mancanza di professionisti“.