La schizofrenia è la malattia che portò al suicidio il povero Siddharth Bedi, figlio di Kabir. Si tratta di una psicosi cronica che è caratterizzata dalla presenza di sintomi che alterano le funzioni cognitive e percettive, ed in particolare del comportamento e dell’affettività. E’ una psicosi molto grave e porta a limitare, e nei casi più estremi anche a compromettere, le normali attività di vita: in poche parole, non si può più vivere una quotidianità normale. Il termine schizofrenia venne coniato nel 1908 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, e significa “scissione della mente”, anche se in realtà la stessa psicosi non provoca una doppia personalità o un “disturbo di personalità multipla”, caratterizzanti invece alcune sindrome dissociative. E’ quindi più corretto dire che il termine indica la “separazione delle funzioni mentali”.
I sintomi più noti sono diversi, e tutti profondamente debilitanti: da allucinazioni uditive, a deliri paranoidi, fino a pensieri o discorsi disorganizzati. Di solito si tratta di una patologia che si verifica in età adulta, soprattutto nella fascia di età 20-25 anni, anche se fortunatamente ha una diffusione molto rara, pari a circa lo 0.3/0.7 per cento dell’intera popolazione mondiale. A sviluppare la schizofrenia sono diversi fattori, a cominciare da quelli ambientali precoci, arrivando fino ai processi psicologici e sociali, e chi è solito assumere sostanze stupefacenti o farmaci, rischia di peggiorare ulteriormente i sintomi.
SCHIZOFRENIA, COS’E’? LA CURA E L’ASPETTATIVA DI VITA
Ovviamente è molto complesso trattare una psicosi come la schizofrenia, e in norma la cura consiste nell’assunzione di un farmaco antipsicotico che serve principalmente a sopprimere l’attività del recettore della dopamina e della serotonina. Inoltre, ai farmaci viene spesso e volentieri associato anche un intervento psicoterapeutico e una riabilitazione professionale e sociale, due terapie molto utili nel contrastare tale patologia.
Nei casi più estremi si deve purtroppo ricorrere ad un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio, soprattutto quando la persona affetta da schizofrenia risulta essere pericolosa per se stessa e per gli altri, anche se, rispetto al passato, questi interventi stanno divenendo più rari, in quanto rischiano di acuire ancor di più il problema invece che “sopprimerlo”. Spesso e volentieri, coloro che soffrono di schizofrenia tendono anche soffrire di depressione e ansia, di fare abuso di sostanze, e infine ad avere problemi sociali come disoccupazione e povertà, in quanto a volte non si è seguiti in maniera adeguata. Chi soffre di schizofrenia ha un’aspettativa di vita inferiore fra i 12 e i 15 anni rispetto ad una persona normale, in quanto il tasso di suicidio, come purtroppo capitato al povero Siddharth Bedi, è pari al 5 per cento.