Elly Schlein propone di riconoscere lo Stato della Palestina
La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein non sembra essere intenzionata a frenare in merito alle sue posizioni in merito ad Israele e alla Palestina, nonostante le critiche che hanno seguito le sue dichiarazioni sulle forniture di armi da parte dello stato italiano nei confronti degli israeliani. Posizioni, queste, che hanno creato una piccola frattura con i Dem della corrente riformista, la minoranza, che vorrebbero dichiarazioni più leggere e misurate, specialmente nei confronti di Israele.
Il nuovo terreno di scontro, invece, sembra essere un testo proposto da Schlein e che è già stato calendarizzato per le discussioni alla Camera, che si dovranno tenere entro il 29 gennaio. L’oggetto della mozione della segretaria riguarda la richiesta di riconoscimento di uno Stato della Palestina indipendente, offrendo ai palestinesi un riconoscimento internazionale che per ora sembra non essere arrivato da nessuno. Posizione, questa sul riconoscimento della Palestina ribattuta da Schlein, peraltro simile a quella del premier spagnolo Pedro Sanchez, che dal confine tra Egitto e Gaza il 24 novembre ha detto che “se non lo farà l’Ue, la Spagna potrebbe riconoscere unilateralmente lo Stato palestinese”.
Le critiche dei Dem riformisti alle posizioni di Schlein
Insomma, mentre Schlein sembra cercare di ottenere il riconoscimento formale della Palestina, la corrente riformista del Pd sembra sempre più intenzionata a prendere le distanze della segretaria. Oggetto principale delle critiche sulla mozione è la data, ovvero il 29 gennaio, che da fonti Dem riformiste citate dal Giornale è troppo vicina alla data della Giornata della memoria, con il rischio che “possa fomentare polemiche“.
Sulla questione del riconoscimento alla Palestina, invece, a differenza della posizione di Schlein, i riformisti preferirebbero una più generica posizione di appoggio alla soluzione dei “due popoli, due Stati“. La capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, interpellata proprio sulla mozione, ha preferito rimanere sul vago, sottolineando che “ne discuteremo nei gruppi parlamentari”. Accesa, infine, anche la reazione di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, rispetto alle posizioni di Schlein, che pur non citandola direttamente, ha messo in guardia sulla necessità di “cessare il fuoco delle parole di chi continua ad accusare Israele di crimini di guerra e genocidio”.