Dopo il presidente francese Emmanuel Macron, anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è rifiutato di sottoporsi al test molecolare russo prima della sua visita al Cremlino. Dopo essere atterrato a Mosca, si è sottoposto al test PCR presso l’ambasciata tedesca con un dispositivo portato dalla Germania. Il retroscena sulla visita a Vladimir Putin è stato svelato dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung che, citando fonti vicine al cancelliere, aggiunge che le autorità sanitarie russe sono state invitate ad essere presenti durante l’esame. Scholz, comunque, già prima della partenza si era sottoposto insieme alla sua delegazione al test anti Covid. Ben tre, tutti risultati negativi.



Ma cosa hanno da temere i presidenti europei? Cosa potrebbe fare la Russia con il loro Dna? Del resto, potrebbero aver lasciato molte tracce: saliva sul bicchiere d’acqua, capelli sullo schienale della sedia… «I dati sono il nuovo denaro. E i profili del DNA sono i dati più sensibili e personali che si possano immaginare», ha dichiarato Florian Schimikowski, che lavora come storico al Museo Tedesco delle Spie a Berlino, al quotidiano tedesco.



“PUTIN ERA UN AGENTE DEI SERVIZI SEGRETI…”

L’esperto ha spiegato che molte agenzie di intelligence sono interessate ai dati biometrici. In passato, ad esempio, la Stasi addirittura arrivava a raccogliere campioni di odore degli oppositori del regime. Dunque, Florian Schimikowski non esclude che la Russia possa aver cominciato a raccogliere tali dati per scopi futuri. I dati del Dna di politici di alto livello in teoria potrebbero essere analizzati per scoprire eventuali malattie ereditarie o l’origine degli antenati, informazioni con cui potrebbero diventare vittime della propaganda o essere addirittura ricattati. Ma questi dati potrebbero essere usati anche per “incastrare” i politici. Teorie suggestive, ma che trovano comunque poco riscontro al momento.



«Ci sono poche ragioni concrete per cui Macron o Scholz dovrebbero avere paura», ha aggiunto Florian Schimikowski a Süddeutsche Zeitung. Di sicuro, Vladimir Putin è molto prudente. Da quando è cominciata la pandemia solo le persone che hanno trascorso 14 giorni in isolamento sono autorizzate a visitarlo e, secondo quanto riportato dai media russi, il suo staff trascorre molto tempo in hotel in quarantena. Si dice anche che il presidente russo sia molto prudente anche riguardo gli alimenti: avrebbe degli assaggiatori, il cui numero sarebbe aumentato dopo l’attacco all’ex spia Sergei Skripal. «Putin era, dopo tutto, un agente dei servizi segreti. Lui sa cosa potrebbe essere possibile», ha concluso Schimikowski.