Scholz: “Negoziamo la pace con la Russia”

Recentemente il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sostenuto la necessità di ristabilire quello che viene definito “ordine di pace” con la Russia e che regola i rapporti tra le potenze mondiali. “Dobbiamo tornare agli accordi dei decenni passati, che sono stati la base per la pace e l’ordine di sicurezza in Europa”, ha sostenuto Scholz, sottolineando che questo per Vladimir Putin significherà “accettare che al di là dei suoi confini ci sono società aperte e democrazie”.



Per giungere all’ordine di pace con la Russia, secondo il cancelliere Scholz, sarà però necessaria la “volontà, in Russia, di tornare a questo ordine”, rinunciando alle mire espansionistiche sull’Ucraina. Tuttavia, non si tratterebbe di un’apertura completa nei confronti della Russia, ed in cancelliere sostiene che “quello che la Russia sta facendo oggi è un ritorno all’approccio imperialistico del diciannovesimo, diciottesimo e diciassettesimo secolo, in cui un Paese più forte pensa di poter semplicemente prendere il territorio del vicino. E questo non può mai essere accettato”. Una proposta accolta con parecchi applausi dal pubblico presente in sala davanti al cancelliere tedesco, intervenuto in calce alla Conferenza sulla sicurezza di Berlino.



La risposta di Putin a Scholz

Secondo Scholz, insomma, tramite la diplomazia e in seguito ad un ritiro delle truppe dall’Ucraina da parte di Vladimir Putin, si potrà e dovrà procedere ad una rinegoziazione della pace tra le potenze, stabilita e firmata dopo la Guerra Fredda. Accordi da cui, però, Jana Puglierin, responsabile a Berlino del think tank European Council on Foreign Relations, sottolinea che “nel 2014, il Cremlino si era ampiamente ritirato e lo aveva comunicato apertamente”, sottolineando che all’epoca si trattò di “uno dei maggiori malintesi da parte dei tedeschi prima della guerra: La Russia non era più un attore dell’ordine esistente. Non voleva, e non vuole, cambiamenti qua e là, vuole un nuovo ordine”.



E il pugno duro di Puglierin in merito alle dichiarazioni del cancelliere Scholz, troverebbe terreno fertile proprio nella risposta che Putin avrebbe dato allo stesso in una telefonata. Secondo il presidente russo, i bombardamenti sono “una risposta forzata e inevitabile agli attacchi provocatori di Kiev contro le infrastrutture civili russe, tra cui il ponte di Crimea e impianti energetici”. Inoltre, secondo Putin, gli attacchi di Kiev sarebbero stati condotti anche grazie all’appoggio militare che Europa e Nato hanno offerto all’Ucraina. Sostegno che, conclude, contribuisce a rendere i negoziati complessi e inconcludenti.