Quello di Gerhard Schröder è un caso unico nella storia della Germania. L’ex cancelliere ha fatto causa alla Repubblica federale, perché vuole indietro tutti i suoi privilegi, a partire dall’ufficio privato che viene garantito a tutti gli ex cancellieri e dallo staff personale che è costato nel 2021 oltre 418mila euro alle casse pubbliche. Una vicenda che è fonte di imbarazzo per la Spd, come il fatto che fosse sul libro paga di Gazprom con uno stipendio annuo di 250mila euro, del colosso petrolifero Rosfnet che ne ha dati altri 600mila. Da anni Schröder è il ponte energetico tra Russia e Germania, poi distrutto da Berlino dopo la guerra in Ucraina. Ma la storia di questa causa va oltre. Sulla carta, i privilegi da ex cancelliere sono dovuti in base agli «obblighi continuativi della carica istituzionale», ma il Bundestag ha “sciolto” il suo cancellierato, decisione contro cui il socialdemocratico ha fatto ricorso, parlando addirittura di violazione dei diritti umani, come riportato da Welt.
A tal proposito, è bene fare un passo indietro, arrivando al 1996, quando il secondo cancelliere Ludwig Erhard lasciò il suo incarico. Fu autorizzato ad avere due collaboratori per gestire gli obblighi continuativi, un segretario e un assistente personale. L’anno successivo, il ministero federale dell’Interno spiegò che era necessario fornire agli ex cancellieri una segreteria per «gestire i compiti legati alla precedente carica per un periodo di tempo limitato». Quindi, la commissione Bilancio del Bundestag approvò una risoluzione, limitando la disposizione ad un massimo di tre anni. Questo limite temporale, però, non è stato rispettato, quindi il finanziamento del personale è stato messo a bilancio ininterrottamente dal 1967. Anzi, col tempo le spese sono aumentate. Basti pensare alle polemiche quando Angela Merkel lasciò il suo incarico nel 2021, aggiudicandosi un ufficio generoso con nove posti altamente retribuiti.
IL NODO DEI BENEFIT AGLI EX CANCELLIERI
Perché allora Gerhard Schröder non ne ha diritto? Infatti, la difesa parla di disparità di trattamento, anche se non esiste una base legale esplicita e si tratta di una pratica statale di lunga data. La sua tesi è che, rispetto ai suoi predecessori a cui è stato assegnato personale a vita, lui viene trattato in modo diseguale. A questo punto, è stato fatto notare che al legislatore è consentito mettere posti a bilancio solo se sono nell’interesse pubblico, se si tratta di compiti pubblici e senza che vi siano favoritismi nei confronti dei privati. Il tribunale amministrativo di Berlino ha fatto notare che la disparità di trattamento è lecita se esiste una ragione oggettiva, ma anche se c’è disparità di trattamento, bisogna verificare se il vantaggio a vita è una disposizione legittima, cosa che la Corte dei Conti in Germania peraltro ha contestato nel 2018. Nel caso di Schröder pesa la vicinanza al presidente russo Vladimir Putin. Pur non avendo esplicitamente giustificato la revoca dei privilegi su questa base, la commissione Bilancio tedesca ha tenuto conto anche di questo, infatti se ne è discusso in aula. «È molto strano o addirittura medioevale che una richiesta legale venga respinta a causa delle relazioni personali di una persona. È indegno di uno Stato di diritto. È una questione di dignità umana», il commento del legale dell’ex cancelliere.
SCHRÖDER FA CAUSA ALLA GERMANIA: RICORSO RESPINTO
Il tribunale amministrativo ha poi comunicato la decisione di respingere il ricorso dell’ex cancelliere, spiegando che non ha diritto a quei privilegi né in base al diritto consuetudinario né in base al principio generale di uguaglianza, in quanto l’istituzione di quegli uffici è finalizzata allo svolgimento di funzioni pubbliche, che evidentemente Schröder non persegue. Il tribunale ha anche bacchettato i legislatori, rimarcando il fatto che «non è molto bello da un punto di vista democratico» che si sia sviluppata questa consuetudine in modo non trasparente. «D’ora in poi, gli ex capi di governo non riceveranno un’indennità ufficiale di per sé, ma solo se continueranno a svolgere funzioni per la Repubblica Federale di Germania. Questa è una decisione nell’interesse dei contribuenti del nostro Paese», ha dichiarato a Welt il portavoce della SPD al Bundestag, Dennis Rohde, accogliendo con favore la sentenza. Questa, comunque, può essere impugnata presso la Corte amministrativa superiore di Berlino-Brandeburgo. Schröder stesso, così come i suoi avvocati, non hanno voluto commentare per ora la decisione.