Scialpi e i problemi di salute: “Vivo grazie al pacemaker”
In una lunga intervista rilasciata al Corriere, Scialpi, cantante icona degli anni Ottanta tra «Rocking Rolling» e «Pregherei», si racconta in occasione dei suoi 60 anni. Dall’amore alla musica, sino ai problemi economici, Scialpi si racconta senza remore, ricordando che solo qualche anno fa veniva operato al cuore: “È successo dopo ‘Pechino Express’, – ha ricordato – sono tornato piuttosto malconcio, del resto se hai problemi di salute mentre sei nella foresta pluviale dove vai? Non bevo e non mi drogo, direi anzi che sono un tipo atletico. Ma l’80 per cento del mio cuore non batte più, più precisamente il 35 per cento di un ventricolo, il 40 di un atrio. Sono vivo grazie al peacemaker”. Una vita che non è sicuramente quella di prima: “Certo, ho dei limiti, non posso andare più andare alla stessa velocità di prima”, ha infatti aggiunto l’artista.
Scialpi, dal matrimonio ai problemi economici
Parlando invece di amore, Scialpi ha ricordato di essere innamorato da tempo anche se non sempre riesce a stare al suo fianco perché vive a Los Angeles: “In realtà ci sentiamo tutti i giorni, in videochiamata. Abbiamo sessant’anni, i furori giovanili li abbiamo abbandonati, una relazione alla nostra età ha bisogni diversi, vive di altre cose.”, ha ammesso. Eppure tra i progetti futuri c’è quello di sposarsi: “A fine anno, non appena otterrò il divorzio (da Roberto Biasi, suo ex marito, ndr), con Leo (che in realtà si chiama Uwel Bankston, Leo perché è del segno del leone) programmiamo di sposarci. Lui vorrebbe che andassi a vivere a Los Angeles, io penso che forse dovremmo cercare un posto dove la vita costa meno. Tipo Malaga, in Spagna”.
Infine una battuta sui problemi di indigenza di cui ha parlato qualche mese fa: “Se sono superati? No, ma non sono il solo a vivere in condizioni di povertà. – ha sottolineato, concludendo – Lo stop a ogni attività imposto dal lockdown ha peggiorato le cose. Non dovrebbero essere le multinazionali a ricevere aiuti e “ristori” dallo Stato, ma le etichette più piccole, indipendenti. Conto sui concerti per riuscire a tornare ad avere una vita “normale” e potermi permettere di andare dal dentista”.