Scialpi e i problemi economici

Il cantante Giovanni Scialpi, ospite di Verissimo, si è ritrovato a fare i conti con una situazione economica non proprio facile. A confessarlo è stato proprio l’artista, noto anche come Shalpy, nei mesi scorsi dalle pagine del Rolling Stone: “In questo momento mi trovo in una situazione di estrema indigenza, come il 90% della gente che fa questo mestiere. Faccio parte di una fetta di persone che non sono calcolate né dallo Stato, né dall’immaginario collettivo“. Giovanni Scialpi ha lanciato così un appello forte e chiaro chiedendo un aiuto: “Sarei anche disposto a fare il cameriere o qualsiasi altra cosa mi venisse proposta. Io sono molte cose, posso affrontare tanti ambiti lavorativi. Farei qualsiasi cosa mi dia la possibilità di essere me stesso. Non sono una cattiva persona e vorrei aiutare il prossimo come fa un prete in chiesa o un professore a scuola“.



Il cantante, che dal 2012 ha deciso di cambiare nome in Shalpy, parlando di sé ha detto: “Io sono molte cose. Posso affrontare tanti ambiti professionali: non sono una cattiva persona e vorrei aiutare il prossimo come fa un prete in chiesa o un professore a scuola. Purtroppo oggi il 90% delle persone che fanno il mio mestiere non vengono calcolate né dallo Stato né dall’immaginario collettivo. Forse si ha l’idea che l’artista campi d’aria“.



Scialpi, il cantante: “Ho rischiato tutto quello che avevo”

Giovanni Scialpi, che oggi si fa chiamare Shalpy, nonostante i problemi economici ha voluto investire buona parte dei suoi risparmi nella realizzazione di un nuovo brano che non cambierà però la sua condizione. “Nonostante la trasmettano a Londra, a Berlino, a Glasgow e in Grecia, con questa canzone forse guadagnerò qualche centinaio di euro: d’altronde i download pagano pochissimo” – ha detto a Rolling Stone nei mesi scorsi, precisando – “ho rischiato tutto quello che avevo, come una roulette che ho fatto per l’arte. È stata una decisione di lealtà verso me stesso, ma adesso pago un prezzo duro, che non mi dà un salvagente al quale aggrapparmi“.



Infine, ha voluto fare un’ultima riflessione: “Faccio mea culpa, ma non sono un despota. Sono una persona normale che conduce una vita lineare: alla mia età sento la necessità di sistemarmi, di rilassarmi“.