Nel surriscaldamento globale si sta inserendo anche il contributo negativo che anche gli aerei danno all’inquinamento. Le scie di condensa – che negli anni hanno dato adito a diverse teorie complottiste in stile “scie chimiche” – che rilasciano nei cieli sono sotto gli occhi di tutti. Tanto che questo fenomeno ha alimentato anche le teorie dei cospirazionisti: propagazione del cancro, sterilizzazione delle popolazioni o addirittura la diffusione del virus responsabile del Covid-19. In realtà queste “contrails”, contrazioni (per dirla all’inglese) di striature di condensa, sono solo il risultato della combustione del cherosene. Innegabili sono però gli effetti sul clima e sull’inquinamento.



Come spiegano gli esperti in un lungo approfondimento su “Le Monde” si formerebbero all’uscita dei reattori quando gli aerei volano “ad una certa altitudine e in determinate condizioni della pressione atmosferica e della temperature”. I dettagli sono stati dati da Patrick Le Clercq, direttore del dipartimento flussi multifase e combustibili alternativi dell’Istituto di Stoccarda per le tecnologie di combustione. Ciò su cui occorre condurre approfondimenti è quanto queste scie incidano sull’inquinamento e sull’ambiente. E su questo dibattito ha dato un importante contributo anche Matteo Mirolo, specialista in aviazione sostenibile all’interno della ONG Trasporti e ambiente.



SCIE CHIMICHE DEGLI AEREI: QUALI CONSEGUENZE?

Il fenomeno delle scie chimiche emesse dagli aerei porta alla “partecipazione alla formazione” di nubi, alti cirri, legati all’attività umana e non alla natura”, ha spiegato il Sig. Le Clercq. E ha poi aggiunto: “In un piccolo numero di casi queste nuvole coprono a una superficie non trascurabile del globo, soprattutto in Nord America o nel Nord Europa, dove c’è un forte traffico aereo. Sono proprio queste nubi ad essere problematiche. Formano un velo sopra una parte del globo, che modifica le temperature”. Questa è la spiegazione data sempre da Le Clercq. L’effetto che si verrebbe a creare è stato in questo modo avvicinato a quello di una ‘pentola a pressione’, con tutte le conseguenze che questo fenomeno può comportare.



Secondo l’esperto quindi ci sarebbe una correlazione tra scie e surriscaldamento globale, sebbene non ci sia la conferma da parte della comunità scientifica. A prescindere però dal consenso o meno occorrerebbe giocare d’anticipo, riducendo i componenti più inquinanti contenuti nella condensa che, una volta bruciati si trasformano in fuliggine e polveri sottili, dannose per l’uomo. Ma non sarebbe l’unico aspetto su cui intervenire. Il trasporto aereo potrebbe aumentare anche la proporzione nell’utilizzo di carburanti sostenibili per l’aviazione. Oltre anche a soluzioni più tecniche come la modifica delle traiettorie degli aerei e l’altitudine dei loro voli per evitare la formazione di scie. Questo è quanto ha proposto Matteo Mirolo. “Concentrarsi sulla lotta alle scie di condensazione significa dare Francia ed Europa in vantaggio sulla riduzione dell’impatto climatico del settore e un vantaggio nel settore tecnologia risultante”.Questo è proprio lo scopo del progetto Ciconia, condotta congiuntamente da Airbus, Meteo-France, Nats, un’azienda specializzata in traffico aereo e il Centro tedesco per l’aeronautica e lo spazio (DLR).