Fa parte della nostra natura di esseri umani “dire” la realtà. Il bambino scopre il mondo imparando a dire il nome delle cose e delle persone. In questo modo inizia il suo cammino, imprevedibile e unico, che gli farà scoprire sempre più nessi e relazioni fra le cose, seguendo strade diverse e complementari. Scienza e letteratura sono due modalità potenti, e apparentemente lontanissime l’una dall’altra, per dire la realtà che abbiamo davanti agli occhi scavando nel nesso con le loro fonti, fino a livelli estremi e profondi. Nella loro diversità, entrambe parlano di ciò che sta al confine con l’indicibile.
La scienza moderna ci ha svelato, in parte, la struttura del mondo fisico e le leggi che lo muovono, dalle sfuggenti particelle sub-atomiche ai colossali filamenti di ammassi di galassie, dalla semplicità disarmante del cosmo primordiale alla inconcepibile complessità di un organismo vivente. Scoprire e narrare queste cose richiede il metodo della scienza, il suo particolare angolo di vista sul reale. La poesia non sa fare questo.
Ma questo non è tutto. La scienza ci parla della luna come sistema fisico, ma non ha parole per dire lo stupore per la sua esistenza. Se anche avessimo analizzato la struttura interna della luna fino ai singoli quark ed elettroni che la compongono e se fossimo riusciti a ricostruire la sua evoluzione, secondo dopo secondo, nei 4,6 miliardi di anni dalla sua formazione ad oggi, tutto questo non avrebbe alcuna capacità di dire il moto dell’animo che la vista della luna può suscitare in chi la guarda, la nostalgia di significato che da sempre la sua luce bianca accende.
Significa che siamo davanti a due narrazioni indipendenti del reale, fra loro indifferenti o addirittura incompatibili? Veramente non è così, e questo è un tema che merita di essere approfondito.
Quando Leopardi narrava la luna e il firmamento lo faceva dall’interno di una piena consapevolezza delle scoperte astronomiche del suo tempo, il che ha contribuito in modo non secondario alla forza e alla drammaticità che hanno reso immortali i suoi versi. Una poesia che ignori i paesaggi e le suggestioni che provengono dalla ricerca contemporanea potrebbe perdere occasioni importanti per scoprire nuove potenzialità espressive. D’altra parte una scienza che non aspiri a tradurre i suoi risultati essenziali in termini che diventino oggetto di narrazione poetica è una scienza non sufficientemente ambiziosa. Vorrebbe dire che si accontenta di aggiungere dettagli sempre più sofisticati senza mai riuscire a offrire la possibilità di un nuovo sguardo d’insieme sul mondo.
Nella distinzione dei metodi, lo scienziato e lo scrittore risuonano in vari aspetti del loro atteggiamento verso la realtà. Innanzitutto entrambi accettano di stare davanti a domande aperte, sanno attendere e soffrire di fronte all’ignoto e all’incomprensibile, hanno familiarità con il mistero che la realtà nasconde e non per questo la sfuggono. Anzi, trovano in quel senso del mistero la principale fonte di energia per continuare il loro lavoro.
C’è di più. Che cos’hanno in comune l’equazione di Dirac e una terzina di Dante? Sono entrambi esempi straordinari di “sintesi”. Una legge fisica o una poesia perfetta riescono ciascuna a dire un mondo vastissimo in pochi segni o parole. Per “spiegare” ciò che racchiudono, l’una e l’altra, ci vorrebbero dei volumi, e ancora ci perderemmo qualcosa di ciò che dicono. E, in più, non è possibile togliere o modificare una parte del verso o dell’espressione matematica senza far crollare tutto. Un fatto che forse ci avvicina alla comune radice di scienza e poesia, è che danno piacere. Un piacere che non è vago sentimento o passione momentanea, ma la nota inconfondibile del vero. Entrambe ci regalano scorci di ciò che sta al fondo di ogni cosa, dal disco della luna all’immensità dell’universo, fino alla domanda struggente dell’animo umano. In fondo è come se entrambe, da prospettive diverse, balbettassero la stessa parola: bellezza.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI