Nell’autunno scorso l‘Accademia Reale Svedese delle Scienze ha conferito il premio Nobel 2023 per la fisica a Pierre Agostini, Anne L’Huillier e Ferenc Krausz. Il premio riconosce il contributo fondamentale che i tre scienziati hanno apportato allo sviluppo delle tecniche sperimentali di misura con risoluzioni temporali nel regime degli attosecondi (10-18 s, miliardesimo di miliardesimo di secondo) e ai conseguenti studi seminali sulla dinamica degli elettroni nella materia. Agostini, L’Huillier e Krausz sono quindi stati riconosciuti come i fondatori della parte sperimentale di quella branca di fisica chiamata Attoscienza.
Agostini è nato nel 1941 a Tunisi e attualmente è affiliato alla Ohio State University, Columbus (Usa); L’Huillier è nata nel 1958 a Parigi ed è attualmente affiliata all’Università di Lund (Svezia); Krausz è nato nel 1962 a Mór (Ungheria) ed è attualmente affiliato al Max Planck Institute of Quantum Optics e alla Ludwig-Maximilians-Universität München di Monaco di Baviera.
Nella press release dell’Accademia Svedese dove viene annunciata l’assegnazione del Nobel, a l’Huillier viene riconosciuta la prima osservazione, nel 1987, di una larga regione spettrale dove armoniche superiori dispari generate da un laser impulsato hanno una intensità quasi uniforme (plateau). Tale radiazione aveva le caratteristiche minime richieste per supportare la generazione di impulsi con durata di attosecondi. Nel 2001, Agostini dimostrò come dalla radiazione di armoniche superiori potesse essere distillato un treno di impulsi della durata di poche centinaia di attosecondi, separati in tempo da circa 1 femtosecondo (10-15 s). Negli stessi anni, Krausz dimostrò come, utilizzando impulsi ottici a singolo ciclo, fosse possibile generare, sempre tramite il processo di produzione di armoniche superiori, un singolo impulso di durata di circa 650 attosecondi. Con questi passi, è iniziata l’ultima rivoluzione tecnologica nel campo delle misure risolte in tempo, adatta a studiare la dinamica del mondo microscopico.
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Matteo Clerici
(Professore Associato di Fisica presso l’Università dell’Insubria)