La rapidità con cui, nel 2020, sono stati prodotti vaccini che hanno contribuito a limitare i danni della pandemia da Covid-19 ha le sue radici nelle ricerche di parecchi scienziati e in particolare in alcune scoperte di Katalin Karicó e di Drew Weissman che, proprio per questo, sono stati premiati con il Nobel per la medicina.
I risultati «rivoluzionari», pubblicati nel 2005 nell’ambito delle ricerche sull’uso clinico di mRNA trascritto in vitro, hanno mostrato che l’uso di basi modificate aggira risposte infiammatorie indesiderate e aumenta la produzione di proteine risultando quindi efficace per stimolare le difese immunitarie.
Una tecnologia che potrebbe avere applicazioni utili anche per le terapie anticancro.



 

Il premio Nobel per la fisiologia o la medicina 2023 è stato assegnato congiuntamente a Katalin Karikó e a Drew Weissman «per le loro scoperte sulle modifiche delle basi nucleosidiche che hanno consentito lo sviluppo di vaccini mRNA efficaci contro il Covid-19».

Katalin Karikó (1955- …) è una biochimica di origine ungherese, naturalizzata statunitense, che ha svolto le sue ricerche a Filadelfia, a Bethesda e all’Università della Pennsylvania dove insegna tuttora.



Drew Weissman (1959-….) è un medico e immunologo statunitense; ha lavorato alla Harvard poi a Filadelfia e ai National Institutes of Health. Dal 1997 ha diretto un suo gruppo di ricerca alla Università della Pennsylvania. In questa università, a Filadelfia, è attualmente direttore del Penn Institute for RNA Innovations.

Il Nobel per la medicina è stato istituito per premiare scoperte che migliorano la salute dell’umanità e proprio in questo ambito, per la ricaduta sulla produzione dei vaccini anti Covid-19, si collocano gli studi di Karikó e Weissman sul mRNA. Tuttavia, come sottolineato dai membri del Karolinska Institutet che hanno assegnato il premio, le scoperte riguardanti le basi nucleosidiche hanno un grande valore teorico: hanno «rivoluzionato» la comprensione di come il mRNA interagisce con il sistema immunitario.



Per capire meglio in che cosa consiste la tecnologia messa a punto dai premiati e dalle loro equipe di ricerca occorre ricordare che, fino all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, la risposta immunitaria tramite vaccinazione veniva indotta attraverso virus attenuati o frammenti di essi.

Tuttavia, sia i vaccini a base di virus interi che i vaccini a base di vettori virali si basano su colture cellulari e lunghi tempi di produzione. Perciò gli immunologi sono stati da tempo alla ricerca di alternative basate sulla produzione di proteine virali capaci di indurre risposte immunitarie specifiche.

 

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Maria Cristina Speciani
(Giornalista scientifico, già docente di Scienze Naturali nei Licei, esperta di didattica delle scienze, membro della Redazione di Emmeciquadro)

 

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