Nei giorni giovedì 18 e venerdì 19 aprile si è svolta la XXI edizione di ScienzAfirenze dal titolo Vedere l’invisibile. Lo sguardo dello scienziato dentro le cose. Per l’occasione 138 studenti, provenienti da scuole di 6 regioni, sono giunti a Firenze, presso il Liceo Scientifico dell’Istituto Salesiano dell’Immacolata, con lo scopo di incontrarsi e confrontarsi sul tema, a partire dagli esperimenti che hanno condotto durante l’anno scolastico presso i loro istituti.



 

Il primo giorno

Sono le 8:30 del 18 aprile, i lavori inizieranno fra un’ora, ma nello spazio Exibit, ambiente appositamente organizzato nel quale i gruppi di studenti partecipanti al convegno hanno la possibilità di presentare le loro ricerche e progetti è già tutto un fermento.

Studenti e insegnanti, a volte reduci da un viaggio notturno e appena arrivati con tanto di trolley, sono tutti indaffarati ad allestire la loro postazione appendendo poster, istallando computer, montando i loro esperimenti o disponendo materiale, spesso autocostruito per l’occasione, per una dimostrazione.



Alle 9:30 dopo l’introduzione ai lavori condotta dal prof. Giuseppe Tassinari, direttore del convegno, inizia il primo dei due interventi magistrali previsti all’interno del convegno in cui vengono invitati dei protagonisti della ricerca scientifica italiana.

È la volta di Alessandro Farini, responsabile del laboratorio ViOLa (Visual Optics Lab) presso l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR, che si occupa di Psicofisica ed Ergonomia della Visione.

Relatore molto avvincente e vivace, nella sua lezione Vedere il visibile: dall’esperimento al modello, conduce i partecipanti al convegno, con esempi ed esperimenti, in un viaggio nella conoscenza di alcuni meccanismi che il nostro cervello attiva all’atto della visione, azione che noi diamo per scontata, aprendo la strada a interrogativi come per esempio: quali sono le condizioni che permettono il riconoscimento di un oggetto? o quali sono i nessi tra il colore di un oggetto e il colore da noi percepito?



Dopo la pausa pranzo, il convegno riparte con l’apertura dello spazio Exhibit.

Anche quest’anno, visitando questa sala, difficilmente si riesce a lasciare una postazione senza restare incuriositi dal materiale in mostra e ammirati per come in ogni gruppo ciascuno degli studenti abbia a cuore raccontare di che si tratta mostrando che anche un tubo trasparente con della sabbia al suo interno o un puntatore laser con una coppia di filtri polaroid diventano importanti e significativi quando sono la strada per illuminare un frammento della realtà.

Il convegno è poi proseguito con un esperimento in diretta, in cui Alessandro Farini si è coinvolto proponendo alla platea un test sulla percezione visiva utilizzando un immagine creata dai ricercatori del MIT (Massachusets Istitute Of Technology) costruita sovrapponendo un’immagine sfocata di Marilyn Monroe, appena delineata, ad un’altra dalle linee marcate del volto di Albert Einstein.

Sia nella mattina sia nell’ultima parte del pomeriggio alcuni gruppi di studenti, selezionati dal Comitato Didattico, hanno presentato dal palco le ricerche svolte nelle rispettive scuole.

Nella serata è seguita la cena sociale presso i locali dell’Istituto Salesiano; pensata dagli organizzatori come momento di incontro e confronto conviviale tra i partecipanti.

In particolare per gli insegnanti tra cui si è creato un legame di stima e di riconoscimento reciproco costruito anche attraverso altri momenti di dialogo come le web-conference che scandiscono i lavori che precedono il convegno durante l’anno, questa serata è stata un’occasione per scambiare esperienze e per imparare qualcosa di nuovo.

 

Il secondo giorno

La mattina del 19 aprile si apre con la lezione di Pierluigi Strippoli – Università di Bologna- dal titolo Jérôme Lejeune: la scoperta della trisomia 21 e la nostra ricerca di una cura per la sindrome di Down. In questa relazione Strippoli narra il suo incontro umano e professionale con la figura di J. Lejeune, una storia avventurosa dove in entrambi i piani, umano e professionale, giocano un ruolo fondamentale il non abbandonare le provocazioni e la certezza di una risposta. Dalla sua esposizione emerge infatti che sono proprio questi due atteggiamenti quelli che hanno guidato le domande che hanno portato prima Lejeune alla scoperta della trisomia 21 e poi, le equipe che hanno continuato le sue ricerche, alla scoperta di una possibile cura.

Il silenzio e l’attenzione con cui gli studenti presenti al convegno hanno seguito questa presentazione testimoniano l’autenticità di quanto è emerso.

Si prosegue poi con la presentazione di altre tesine da parte degli studenti e con un altro periodo dedicato all’Exhibit Time. La mattina si conclude con la premiazione dei migliori lavori di ricerca; ogni premio è stato accompagnato da una motivazione che ha reso onore al lavoro dei ragazzi.

 

Tutti i lavori premiati del biennio e del triennio sono consultabili qui

 

La prossima edizione

Al termine dei lavori il direttore del Convegno/Concorso, Giuseppe Tassinari, dopo una breve sintesi dei due giorni di lavoro, ha ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, hanno partecipato e, prima dei saluti finali, ha lanciato il titolo della XXII edizione di ScienzAfirenze che si svolgerà nel 2025: Scienza e fantascienza. Il dato come indizio.

Una provocazione non facile, ma pensata per riflettere e mettere a tema il nesso tra l’immaginazione e la possibilità di realizzazione e per approfondire in che cosa consista la conoscenza scientifica.

Con questa relazione spero di aver incuriosito qualche lettore, ScienzAfirenze è molto di più di quello che sono riuscita racchiudere in queste righe, soprattutto per gli studenti e gli insegnanti che si coinvolgono, attraverso lo studio di un fenomeno, in un cammino di conoscenza che porta sempre a un arricchimento personale. Quindi il mio invito è, per capire veramente di che si tratta, di parteciparvi.

 

Barbara Chierichetti

(Docente di Matematica e Fisica presso il Liceo Classico “G. Berchet” di Milano)

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