La fruizione dell’arte nelle sue più varie forme, come ammirare un’opera d’arte, ascoltare una musica lirica, è un’attività intellettuale che rigenera non solo da un punto di vista psicologico, ma anche specificamente fisico.
Di fronte alla bellezza dell’arte il cervello reagisce con un’ampia risposta neuronale che attiva diverse aree cerebrali: quelle coinvolte nell’attivazione dello stato emotivo, i centri della ricompensa e le aree sensorimotorie.
In particolare la musicoterapia ha precise basi neuroscientifiche che partono dal principio che l’input sensoriale sia in grado innescare processi neurobiologici di tipo riparativo
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La fruizione dell’arte nelle sue varie forme è un’attività intellettuale che rigenera mente e corpo. Arte, bellezza e cultura sono il nuovo ABC della salute. Sono infatti modalità espressive in grado di incidere profondamente sul benessere dell’individuo: sotto il profilo psicologico, ma anche e soprattutto dal punto di vista fisico.



Questa modalità di realizzare un benessere psicofisico globale si chiama «welfare culturale» e si traduce in un modello integrato di promozione della salute della singola persona e dell’intera comunità attraverso pratiche fondate sull’uso delle esperienze offerte dalle manifestazioni artistiche e culturali.

 

Il welfare culturale: il nuovo ABC della salute

Da tempo è noto come l’arte e la cultura, intese nel senso più ampio del termine, possano svolgere un effetto positivo sull’individuo, ma alcune recenti indagini scientifiche evidenziano come ammirare un’opera d’arte, visitare un complesso architettonico, partecipare a particolari esperienze estetiche, ascoltare una specifica musica, assistere a una rappresentazione teatrale, operistica o cinematografica, ma anche semplicemente fruire di stimoli culturali aspecifici (leggere un giornale, ascoltare la radio), non solo migliori soggettivamente la percezione di benessere psicofisico, ma riduca nelle persone che vivono queste esperienze la quantità di cortisolo (l’ormone che è indice del nostro livello di stress) rispetto ai valori misurati prima dell’inizio della fruizione artistica e culturale.



Questi dati supportano ulteriormente quanto in parte già dimostrato utilizzando avanzate tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale – come ad esempio la risonanza magnetica funzionale (fMRI) o la registrazione dell’attività elettrica profonda del cervello mediante la magnetoelettroencefalografia (magnetoEEG) – che hanno dimostrato come le manifestazioni artistiche e le sollecitazioni culturali stimolano particolari aree encefaliche coinvolte nella sensazione di ricompensa e di benessere, generando in tal modo una risposta biochimica specifica e positiva.

Questo dimostra come piacere estetico e benessere psicofisico siano strettamente interconnessi dal punto di vista neurobiologico. Ecco spiegato perché la fruizione artistica e la partecipazione culturale possono essere di effettivo beneficio contro ansia, depressione e malesseri fisici.

 

Arte, neuroestetica e neuroriabilitazione

Di fronte alla bellezza dell’arte il cervello reagisce con un’ampia risposta neuronale che attiva diverse aree cerebrali: quelle coinvolte nell’attivazione dello stato emotivo, i centri della ricompensa e le aree sensorimotorie. Le neuroscienze aiutano a comprendere sempre meglio i meccanismi che sono alla base dell’azione benefica dell’arte sulla salute fisica. La neuroestetica (una nuova disciplina che unisce competenze neuroscientifiche e capacità di interpretare le realizzazioni degli artisti) evidenzia come ogni volta che osserviamo una pittura, una scultura o un’opera architettonica, ma anche quando assistiamo a una rappresentazione teatrale o cinematografica, formuliamo un giudizio estetico che attiva aree differenti del nostro cervello – come evidenziano le moderne tecniche di neuroimaging –, producendo, con un effetto a cascata, un benessere non solo psicologico ma anche e soprattutto fisico.

 

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Vittorio A. Sironi
(Docente di Storia della Medicina, della Sanità e della Antropologia medica presso l’Università di Milano-Bicocca).

 

 

© Rivista Emmeciquadro

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