La casa editrice Vita e Pensiero nella collana Le parole del futuro ha dato alle stampe un testo che vuole celebrare un importante anniversario della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali di Piacenza e che è frutto della collaborazione del suo Preside Marco Trevisan e degli studenti della stessa facoltà, con la revisione di Edoardo Fornari e Guendalina Graffigna.



Si tratta di una breve storia della Facoltà di Piacenza (ma si accenna anche ai corsi di studi di Cremona) a partire dalla sua inaugurazione nel 1957. Nacque da un’idea di Padre Agostino Gemelli, patrono dell’Università Cattolica in Italia, che scelse Piacenza come sede dato che si trattava di una provincia all’avanguardia nell’agricoltura e dove erano sorti già nell’Ottocento organismi cooperativi, il Consorzio Agrario, la Federconsorzi e la Cattedra Ambulante di Agricoltura «che offriva servizi tecnici e assistenza ai produttori per favorire la diffusione delle conoscenze agrarie e la sperimentazione delle innovazioni.»



Il Campo Universitario di Piacenza-Cremona si trova nella Food Valley ed è il «luogo ideale per approfondire il settore agroalimentare in una prospettiva di filiera circolare». Negli anni Cinquanta l’obiettivo principale dello studio nella Facoltà era di fornire laureati che cercassero con le aziende agricole di incrementare la produttività; oggi con la creazione di quattro Dipartimenti su quattro filoni principali di sviluppo della ricerca, quali produzioni vegetali, produzioni animali, alimenti ed economia, si vuole approfondire l’evoluzione delle più sofisticate tecniche di produzione agricola e di trasformazione industriale, ispirate dai principi più che mai attuali della sostenibilità e responsabilità nei confronti dell’ambiente. Oggi la Facoltà vanta una serie di relazioni con le realtà aziendali che operano nel mondo agroalimentare a cui accedono gli studenti e i laureati che trovano un’occupazione superiore al 90% dopo il conseguimento della laurea.



L’interesse per il food system (la filiera) significa fornire alimenti salubri per soddisfare le esigenze alimentari attuali, garantendo la salvaguardia dell’ambiente e la tutela degli ecosistemi e incoraggiando le produzioni locali (definite DOP). La strategia del Farm to Fork, per sviluppare un sistema alimentare sostenibile tende ad avere un impatto ambientale neutro se non positivo, a mitigare il cambiamento climatico, a impedire la perdita di biodiversità, a garantire la sicurezza alimentare e la salute pubblica, cercando di assicurare a tutti il cibo sufficiente, nutriente e sostenibile. Per ottenere questo il Made in Italy agroalimentare è diventato famoso a livello mondiale, nonché un carattere distintivo della nostra cultura ed economia. Non dimentichiamo che l’Italia è sede della FAO (Food and Agricultural Organization) e dell’EFSA (European Food Safety Authority). A oggi l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione Europea e questo dimostra la grande qualità delle nostre produzioni e il legame tra le nostre eccellenze e il territorio a salvaguardia degli ecosistemi e delle biodiversità. Una tradizione che sottintende innovazione e per questo la strategia della ricerca agroalimentare della Facoltà di Piacenza-Cremona lavora con moltissimi consorzi di tutela e le sfide future della ricerca scientifica nell’agri-food riguardano principalmente la necessità di evitare le perdite del cibo prodotto a livello globale durante la produzione post raccolta, che ancora oggi rappresenta il 14% a livello mondiale.

Inoltre vi è un’altra missione che il ruolo sociale ed etico della Facoltà promuove ed è l’obiettivo di «contribuire direttamente al progresso morale e materiale della società con progetti di cooperazione per attivare lo sviluppo rurale nei Paesi in via di Sviluppo per porre fine alla fame, realizzare una sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile.»

Nel testo c’è spazio per una descrizione di come i prodotti tipici abbiano contribuito alla promozione dello sviluppo rurale, ma anche al ruolo della genetica e della genomica nella salvaguardia della diversità agroalimentare; in particolare la genomica, in quanto studia il miglioramento delle produzioni vegetali e animali attraverso la costituzione di caratteristiche morfologiche, fisiologiche e qualitative delle varietà coltivate e del bestiame selezionato.

Altro tema importante sviluppato nel testo riguarda l’importanza della sicurezza e della salubrità degli alimenti tenendo presente che l’OMS ha identificato 200 malattie di origine alimentare che colpiscono ogni anno più di 600 milioni di persone con 400.000 decessi. Il sistema europeo per la Food Safety ha adottato «una serie di scelte politiche comuni per la protezione dei consumatori riconoscendo che la qualità e la salubrità di un alimento al momento del consumo dipendono dalle buone prassi di sicurezza in tutti i passaggi del sistema alimentare, dalla produzione delle materie prime fino alla fase di immissione nel mercato.»

La Facoltà di Piacenza-Cremona è stata attiva nell’operare sui temi della Food Safety e infatti si occupa di promuovere e sviluppare tra gli studenti adeguate competenze nelle produzioni agrarie, nell’allevamento animale, nella trasformazione, nell’interazione tra processi agroalimentari e ambiente, nella nutrizione umana e nel rapporto tra consumatori. E lo fa collaborando con l’EFSA dalla sua istituzione nel 2003 con gruppi di lavoro e progetti scientifici specifici. Questo costituisce la base dei programmi di formazione dei giovani italiani e stranieri che frequentano i corsi di studio della Facoltà.

Il libro si chiude sviluppando un discorso sulla sostenibilità della produzione alimentare. I sistemi alimentari basati su filiere hanno una grande responsabilità sull’attuazione di un futuro di transizione sostenibile; infatti le attività agricole causano il 30% delle emissioni di gas serra, il 70% del consumo di acqua per cui a oggi lo sfruttamento delle risorse deve essere orientato a generare nuovi modelli di consumo, ma anche nuovi modelli di produzione. È per questo che nella Facoltà di Piacenza-Cremona sono allo studio metodiche di intervento sul territorio che impediscano un depauperamento delle risorse.

L’auspicio è che le future generazioni riescano a convivere sviluppando tecniche che garantiscano allo stesso tempo una adeguata produzione alimentare e un mantenimento della biodiversità senza modificare le caratteristiche climatiche che oggi tanto preoccupano. Lo studio è il momento decisivo per raggiungere obiettivi importanti e la Facoltà di Piacenza-Cremona è al passo con i tempi.

 

Università Cattolica del Sacro Cuore

Agricoltura Alimentazione Ambiente

Vita e Pensiero, Milano 2021

Pagine 128          euro 12,00

Recensione di Gianluca Visconti