L’intenzione dichiarata dagli autori per la stesura di questo libro è quella di presentare Note autobiografiche e scientifiche di Albert Einstein (1879–1955) nel contesto storico in cui visse. In realtà le Note, che Einstein definisce «il mio necrologio», non citano eventi biografici specifici e i nomi che vi appaiono appartengono solo a scienziati. Ci sono soltanto accenni ad alcuni episodi della sua infanzia rivelatori di come abbia avuto origine il suo percorso verso una vita intellettuale.
Il primo citato si riferisce a quando Albert aveva quattro anni e il padre gli aveva mostrato una bussola. A sessantasette anni, l’età della scrittura delle Note, Albert ricordava ancora lo stupore suscitato dal comportamento dell’ago magnetico; un comportamento che smentisce le previsioni intuitive, entra perciò in conflitto con il mondo dei concetti prestabiliti ed è all’origine di ciò che le Note chiamano «meraviglia».
Nel 1946 Einstein fu invitato dal filosofo Arthur Schlipp (1897–1993) a scrivere le Note per la pubblicazione nel settimo volume di The Library of Living Philosophers, intitolato Albert Einstein: Philosopher-Scientist.
Il saggio di Gutfreund e Renn offre un nuovo punto di vista sul percorso scientifico di Einstein, collegandosi ai suoi scritti, alla sua corrispondenza personale e a saggi critici dei suoi contemporanei, ed è suddiviso in sei parti.
La parte I si concentra sull’origine e gli obiettivi dell’opera di Schlipp e sugli eventi del 1946 (erano da poco finiti la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, erano avvenuti i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e la Guerra fredda era agli inizi) che colpirono Einstein nel profondo, benché di questo non vi siano tracce nelle Note.
Vengono inoltre confrontate le Note con l’Autobiografia Scientifica di Max Plank (1858–1947) che, in accordo con molti saggi analoghi, descrive la propria odissea intellettuale.
La parte II è il cuore del libro e ne rappresenta il contributo più originale. Inizia con un saggio introduttivo sulla ricerca di una descrizione teorica unificata dei fenomeni fisici, seguito da dodici commenti sui temi principali del testo di Einstein.
Nel 1912 Einstein fu tra i firmatari di un appello, pubblicato in un importante rivista di fisica Physikalische Zeitchrift, nel quale si auspicava l’elaborazione di un’ampia visione del mondo (weltanschauung) per ottenere una concezione globale senza contraddizioni. I firmatari includevano Ernst Mach, David Hilbert, Felix Klein e Sigmund Freud. La ricerca di una descrizione del mondo unificata divenne per Einstein un impegno costante che durò tutta la vita. Per darsi a un’impresa di questo tipo è necessario un impegno duraturo e uno stato d’animo che «si avvicina molto a quello dei religiosi o degli amanti: lo sforzo giornaliero non deriva da un calcolo prestabilito o da un programma ma origina direttamente dal cuore». Parole queste rivolte a Plank per il suo sessantesimo compleanno.
Le Note più di ogni altro scritto di Einstein testimoniano la sua ricerca di una descrizione definitiva del mondo fisico. Quando egli si affacciò al mondo della fisica, ancora studente, la descrizione meccanica del mondo stava cedendo il passo a quella elettromagnetica.
Da giovane scienziato contribuì a chiarire tutte le questioni e gli enigmi prioritari per la fisica dell’epoca e diede l’avvio a due rivoluzioni: la fisica quantistica e la relatività. Credeva che la teoria definitiva e omnicomprensiva si sarebbe basata sul concetto di campo tratto dalla relatività generale.
Negli ultimi dieci anni di vita si dedicò alla ricerca disperata di una tale descrizione oscillando tra ottimismo e pessimismo. Non raggiunse lo scopo, ma lo riteneva l’obiettivo futuro della fisica. Le Note mostrano l’impegno di una vita intera al servizio di questo obiettivo ambizioso, equivalente a creare una descrizione scientifica omnicomprensiva.
Nel volume su Einstein pubblicato da Schlipp erano contenuti oltre alle Note venticinque saggi in cui altri fisici e filosofi commentavano le ricerche einsteiniane.
Nella parte III vengono fornite informazioni biografiche sui collaboratori inclusi nel testo di Schlipp e vengono riassunte e analizzate le repliche di Einstein alle loro osservazioni con l’inclusione di versioni inedite di alcune repliche.
La parte IV introduce un altro testo inedito l’Abbozzo di Biografia che Einstein scrisse nel 1955, circa un mese prima di morire, come contributo al volume celebrativo per i cento anni del Politecnico Federale di Zurigo (ETH). Egli voleva avere una chance per esprimere la sua gratitudine verso il matematico Marcel Grossman (1878-1936), suo amico e collaboratore scientifico.
La parte V vuole dimostrare quanto sia appropriata la definizione di «scienziato e filosofo» nel volume dedicatogli.
La parte VI infine riproduce il testo delle Note.
La grande quantità e qualità del materiale fornito in questo saggio offrono molteplici spunti per una più approfondita conoscenza del personaggio Einstein e dei suoi contributi alla scienza e alla filosofia moderna. La sua lettura mi ha costretto a riprendere in mano altri testi di Einstein, per esempio Relatività: esposizione divulgativa e su Einstein per esempio Sottile è il Signore…di Abraham Pais. In ogni caso non una lettura facile.
Da notare che nella prefazione all’edizione italiana si rende omaggio al legame speciale che Einstein aveva con l’Italia e con la lingua italiana. Viene citata tra le altre la lunga relazione con l’ingegnere svizzero Michele Besso (1873–1955) che lo stimolò a scrivere Relatività: esposizione divulgativa e con il matematico Tullio Levi-Civita (1873-1955) che insieme a Gregorio Ricci Curbastro (1853-1925) offrirono le basi matematiche che Einstein e Grossmann usarono per la relatività generale.
Hannoc Gutfreund, Jurghen Renn
Einstein secondo Einstein
Ulrico Hoepli – Milano 2022
pagine 269 – Euro 24,90
Recensione di Renzo Gorla
© Pubblicato sul n° 83 di Emmeciquadro