Iniziando a leggere un saggio sulla fotosintesi, scritto da un chimico del Cnr e presidente della Società Europea di Fotobiologia, capitano cose che non ti aspetti. In primis la tradizionale pagina dei ringraziamenti: tre righe per attribuire l’assenza di dediche alla mancanza di spazio nella pagina. Poi la Premessa, 2689 battute in tutto, che racchiude il nucleo della trattazione, sviluppata poi nell’arco di settanta pagine (circa 1000 battute per pagina) e suddivisa in nove brevi capitoli. «La fotosintesi è il processo «fondamentale per la vita nell’Universo e la rende possibile ovunque […] La resilienza è l’aspetto che più colpisce delle piante, organismi così fondamentali per il pianeta che perseverano nella loro attività nelle condizioni ambientali più diverse […] Lo hanno fatto, lo fanno e lo faranno. E sono di ispirazione continua agli uomini e alle donne.» (pagina 8-9).



In estrema sintesi, il libro racconta come la storia del nostro pianeta «ruota intorno» agli organismi «che sanno rendere disponibile l’energia del Sole» e come noi potremmo/dovremmo imparare da essi per conservare la vita del nostro pianeta. Infatti, il saggio si conclude, nell’ultimo capitolo intitolato Omini verdi e piantine blu, con questi stessi concetti: «Come esseri senzienti dovremmo provare grandissimo rispetto per questi organismi [fotosintetici] perché nelle tre classi di specie fotosintetiche sono racchiusi il passato, il presente e il futuro della nostra civiltà. […] La Terra è resiliente quanto le piante, ma non è invincibile. Proviamo a non annaffiare i gerani del nostro balcone per sei settimane e la differenza fra resilienza e invincibilità ci sarà chiara come il Sole.» (pagina 91).



I primi capitoli sono di tipo specialistico, ma accessibili anche ai non esperti. La lunga storia del pianeta Terra illustra il contesto geologico all’inizio della storia. Poi Il complesso gioco della fotosintesi descrive i passi fondamentali del processo fotosintetico senza usare formule chimiche che, invece, compaiono nel capitolo successivo, E infine arriva l’ossigeno, a mostrare come l’energia del Sole, con la fotosintesi, abbia plasmato la presenza e la varietà della vita sulla Terra (cfr. pagina 38).

Nel quarto capitolo, Datemi un fotone e cambierò il clima, si prospetta l’idea che, per sopravvivere, gli abitanti della Terra devono imitare le piante e il loro modo di sfruttare l’energia del Sole. In modo sorprendente, le parole chiave sono estratte dal film animato, Il re leone, quando Mufasa dice al piccolo Simba «Tutto ciò che è illuminato dal Sole è il nostro regno» (pagina 39).



L’autore stupisce per questa capacità di rintracciare e riproporre concetti scientifici in film o opere letterarie: per esempio la fotochimica nel film di Frank Capra L’eterna illusione (pagina 67) o la resilienza delle piante nel libro Un albero cresce a Brooklyn (pagina 77).

I capitoli successivi (Lo sfruttamento delle risorse, Copiare dai migliori, Non diciamo di non essere stati avvisati e La resilienza delle piante) potrebbero essere definiti più «applicativi»: i termini della fotosintesi dettano possibili strade tecnologiche per produrre energia, per ridurre la concentrazione di CO2 in atmosfera e per aumentare la resilienza delle piante.

Insomma, il saggio ha dimensioni ridotte, ma è ricco di riferimenti interessanti e si presta a molti registri di lettura: oltre alla tesi fondamentale dell’autore, permette di accedere a diversi contenuti.

Si scoprono aspetti insoliti della scienza, per esempio la storia di George Feher e del suo Nobel mancato (pagina 26), si incontrano riquadri di approfondimento non solo tecnico che rivelano nell’autore una visione della scienza ampia per esempio a pagina 14 (Argon e potassio in Primo Levi), a pagina 20 (La complessità) a pagina 58 (All’interno del centro di reazione).

Altri spunti interessanti vengono dai numerosi QR-code situati in posizioni strategiche: in parte sostituiscono le note rimandando ad articoli su riviste ultra specialistiche, purtroppo accessibili solo agli abbonati; in parte aprono a nuovi temi. Sono significativi, e accessibili, i rimandi del capitolo ottavo: la storia delle piante di Ginkgo biloba rifiorite a Hiroshima dopo il disastro nucleare (pagina 77) e la presentazione delle piantagioni che utilizzano la tecnologia del fitorimedio (pagina 81).

Presentato dall’editore come adatto a studenti di scuola superiore, soprattutto per la semplicità della presentazione, penso abbia bisogno di essere riletto più volte e forse chiede che lo studente sia aiutato a rintracciare i diversi livelli di sollecitazioni.

 

Massimo Trotta

Il potere degli alberi

Come la fotosintesi migliora il pianeta

Edizioni Dedalo, Bari 2022

96 pagine   euro 12,50

Recensione di Maria Cristina Speciani

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