Un saggio sull’evoluzione, ma non il solito saggio. Si tratta infatti di una rilettura della storia naturale alla luce dell’imperfezione intesa come motore di tutti i cambiamenti avvenuti e che avvengono nel mondo della natura. L’autore è un filosofo della biologia e accanto ai dati, spesso preponderante rispetto ad essi, è proprio lo sguardo filosofico. Una interpretazione già proposta da filosofi e scienziati del passato, qui ripercorsa in termini sistematici.
Telmo Pievani (1970) è ordinario di filosofia della scienza presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova. È direttore responsabile di Pikaia, dal 2004 portale italiano dedicato agli studi evoluzionistici. Pievani ha un’ampia produzione libraria che spazia dai saggi filosofici ai libri per ragazzi, ampia anche la rassegna dei contributi pubblicati su varie riviste e la consulenza scientifica per eventi come i festival della scienza di Genova e di Roma o Bergamoscienza, il MUSE di Trento, eccetera.
Imperfezione, che ha segnato la ripresa di una collaborazione con la casa editrice Raffaello Cortina, propone una lettura delle trasformazioni avvenute nel mondo in cui viviamo e dello sviluppo di Homo sapiens (Una storia naturale è il sottotitolo) come risultato di «imperfezioni che hanno avuto successo».
La narrazione si snoda in sette capitoli, ognuno introdotto da un brano tratto da Candido, o l’Ottimismo di Voltaire. Una narrazione ricca di particolari, di riflessioni a volte un po’ ripetitive. Una narrazione che spesso fa riferimento a Darwin. Non ci sono introduzioni o prefazioni.
«In principio fu l’imperfezione. Una disobbedienza all’ordine precostituito, una ribellione senza testimoni, nel cuore della più buia delle notti. Qualcosa si ruppe nella simmetria, 13,82 miliardi di anni fa. Si alzò un soffio impercettibile, e la grande matita dell’universo cadde rovinosamente da una parte e non dall’altra. Una piccolissima, infinitesimale anomalia divenne scaturigine d’ogni cosa.» (pagina 9). Così si apre il primo capitolo, Una sottile imperfezione, dedicato alla storia del cosmo e introduttivo alla «storia naturale dell’imperfezione biologica, il cuore del nostro viaggio» (pagina 26).
In effetti, la maggior parte dei capitoli è dedicata alla evoluzione biologica. Il lettore è, all’inizio, incuriosito, aspetta di scoprire gli eventi che documentano l’imperfezione come motore dell’evoluzione. I dati ci sono, abbondanti, ma a volte sono soffocati dalla riflessione filosofica.
Il secondo capitolo, L’evoluzione imperfetta, ci porta a volo d’uccello dall’origine della vita fino alle soglie della comparsa dell’uomo.
Imperfezioni che funzionano (capitolo 3) è il capitolo più ricco di dati biologici – di tipo macroscopico -, il capitolo in cui è più citato Darwin e in cui cominciano a essere formulate le cosiddette «leggi dell’imperfezione» (pagina 56).
L’impronta dell’inutilità nel (capitolo 4) riporta a livello del genoma considerazioni precedenti e qui le citazioni sono di Jacob (pagina 109).
Il capitolo 5 Un accrocco proverbiale (la crescita del cervello in Homo) e il capitolo 6, Il sapiente imperfetto, (bipedismo, neotenia, linguaggio, le imperfezioni che ci rendono umani, pagina 151), sono dedicati a Homo sapiens e ne tracciano un ritratto piuttosto sconfortante.
Nel capitolo finale A conclusione, le leggi dell’imperfezione, si ricapitolano le «sei leggi»: della contingenza (il caso, pagina 58); del compromesso (tra spinte selettive antagoniste, pagina 59); dei vincoli (storici strutturali e di sviluppo, pagina 71); del riuso (di strutture esistenti imperfette, pagina 80); della cipolla (eccedenza come fonte di cambiamento, pagina 109) e infine della Regina Rossa (l’ambiente corre più veloce di noi, pagina 154). Nonostante i riferimenti nobili («Darwin l’aveva capito: dove c’è perfezione non c’è storia» pagina 186) e la conferma che l’imperfezione è la via del progresso per l’uomo ([…] «non significa che tutto è frutto del mero caso e che le nostre azioni sono irrilevanti» pagina 192), resta, nella chiusa, un fondo amaro. La stessa sfiducia nell’uomo che era emersa chiaramente nel capitolo 7, Comprereste un’auto usata da Homo sapiens?, un mini trattato di antropologia in cui sono elencate, forse senza possibilità di riscatto, le peggiori malefatte di «questi Homo sedicenti sapiens» (pagina 173).
In sintesi: il lettore, meglio se studioso di scienze naturali abbastanza esperto, può incontrare interessanti spunti per rileggere i fatti e i problemi della biologia nel passato e nel presente. Ma potrebbe considerare la ricca documentazione fornita da Pievani anche con uno sguardo meno pessimistico, lo sguardo della complessità, che chiede il contributo di tante discipline diverse e che forse oggi può aprire nuove prospettive, anche per uomini imperfetti.
Telmo Pievani
Imperfezione. Una storia naturale
Raffaello Cortina Editore, Milano 2019
Pagine 198 euro 14,00
Recensione di Maria Cristina Speciani
© Rivista Emmeciquadro