«Ciò che leggiamo, come leggiamo e perché leggiamo cambia il modo in cui pensiamo, e ora questi cambiamenti procedono a un ritmo più rapido. La qualità della lettura non è solo un indice della qualità del pensiero, è anche la strada più nota verso lo sviluppo di percorsi del tutto nuovi nell’evoluzione cerebrale della nostra specie. C’è molto in gioco nello sviluppo del cervello che legge, e nei cambiamenti sempre più rapidi che caratterizzano le sue attuali iterazioni evolutive.»
Già queste poche righe del testo che presentiamo hanno suscitato il mio interesse, e le aspettative non sono andate deluse.
L’argomento trattato, la lettura di testi scritti come attività cognitiva, coinvolge genitori e insegnanti, in ogni livello della scolarizzazione, dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore
L’accesso alla lettura, nel nostro presente, è particolarmente influenzato dal sopravvenire dei nuovi strumenti digitali, che in tempi davvero molto rapidi affiancano e/o sostituiscono i libri.
La trattazione del testo della Wolf comincia dall’esaminare questo aspetto, che rappresenta una sfida per la conoscenza in un futuro assai prossimo, poi da subito la riflessione si allarga a un orizzonte più ampio.
L’autrice usa il piacevole artificio di sviluppare il suo pensiero attraverso Lettere, che rappresentano i capitoli del testo, entrando così in dialogo direttamente con chi la legge. In questo modo, sollecita l’interlocutore a calarsi nella questione in modo personale e attivo, come dal di dentro: rifletto insieme a te proprio su ciò che sto facendo in questo stesso momento.
Si è amabilmente condotti a seguire l’acuta e ampia analisi che l’autrice sviluppa sulla lettura come azione cognitiva, appoggiata dalla presentazione delle interessanti e ricche conoscenze oggi disponibili sul funzionamento delle reti neuronali attivate nel leggere, fino alla descrizione affascinante del significato della lettura profonda, come processo di apprendimento e maturazione del pensiero.
Molto condivisibili sono le riflessioni e i suggerimenti che riguardano l’accesso alla lettura nei bambini piccoli, accesso necessariamente mediato dagli adulti che li curano. La loro azione di accompagnamento consapevole, condotta gradualmente, permette di dare inizio a un favorevole rapporto dei bambini con i libri e con la lettura. E non si tratta di proporre azioni forzate e imposte, che richiedono sofisticate strumentazioni. In famiglia o a scuola, attraverso la normale pratica della lettura vocale di semplici (e adatti) libri o della narrazione di storie e racconti, può avvenire la trasmissione spontanea dell’amore alla conoscenza di quei mondi di immaginazione e scoperta che i libri ci hanno sempre spalancato e possono ancora spalancare.
La scuola dell’infanzia può svolgere un ruolo decisivo in questo percorso, rappresentando una grande risorsa anche per bambini che vivono in ambienti svantaggiati, deprivati di relazioni positive e di strumenti di apprendimento.
Molto acuta ed esauriente, a questo proposito, è la Lettera V – Crescere dei bambini in un’era digitale – in cui lo sviluppo cognitivo delle facoltà fondamentali per la conoscenza, attenzione, memoria, interiorizzazione, empatia, è messo alla prova della disanima di quanto avviene nella mente dei bambini attraverso la lettura dei libri, confrontato con quanto la lettura fatta sugli strumenti digitali produce e stimola sui giovani cervelli.
Questi entrano solo da pochi anni nella formazione delle capacità cognitive delle nuove generazioni, perciò non possiamo prevedere completamente come potranno influenzarle, e quali mutamenti potranno determinare. Diventa allora fondamentale osservare e monitorare costantemente quello che succede ai nostri bambini – gli effetti sono da più parti già segnalati e riscontrabili, sia negli aspetti positivi sia in quelli negativi –, facendo attenzione a non trascurare di offrire loro sempre anche le possibilità offerte dalla lettura dei libri, possibilità che ben conosciamo, per la lunga storia della nostra cultura, e di cui non sappiamo come si potrà compensare una eventuale radicale mancanza.
Non meno esaurienti e interessanti sono la Lettera VII – Scienza e poesia dell’imparare (e insegnare) a leggere – e la Lettera VIII – Costruire un cervello bi-alfabetizzato.
Nella VII si descrive e analizza il ruolo fondamentale della scuola primaria nell’acquisizione della lettura, con una condivisibile distinzione tra l’incontro col testo che avviene nei primi tre anni e l’immedesimazione profonda che può realizzarsi dalla classe IV in poi.
Nella VIII poi si affronta la prospettiva importantissima che «niente termina con la scuola primaria», bensì in tutto il percorso scolastico è necessario investire nell’insegnamento della lettura. E – notazione molto interessante – questo riguarda tutte le discipline, non solo l’apprendimento linguistico specifico.
Quello che l’autrice propone nella dicitura «cervello bi-alfabetizzato» è la possibilità che i nuovi stimoli cognitivi che si offrono ai nostri giovani nel digitale, crescano, in parallelo alle insopprimibili risorse intellettuali che l’apprendimento attraverso la lettura genera e sviluppa; in modo che, a conclusione del ciclo scolastico, tutti i giovani dispongano stabilmente di due sistemi di «codici» distinti, e della capacità di passare da uno all’altro in modo fluido e significativo.
Ne traiamo una importante avvertenza educativa e didattica.
Occorre saper considerare le grandi novità che si affacciano nel nostro mondo culturale attraverso la crescita degli strumenti tecnologici come un arricchimento dalle possibilità formidabili, ma non completamente prevedibili, perché ancora in gran parte inesplorate.
Non permettiamo perciò che si operi d’emblée, per così dire, una sostituzione radicale di ciò che finora è stata la più ricca sorgente di sviluppo del pensiero umano, all’origine degli strumenti stessi di cui parliamo.
Una accortezza pedagogica di questa natura può permettere che si verifichi, se questo sarà il nostro futuro, una transizione a forme e modi di acquisizione di conoscenza e umanità, che non rappresenteranno un impoverimento della dimensione più importante del nostro essere pensanti, l’uso della ragione critica, e la cultura e civiltà che ne proviene.
Maryanne Wolf
Lettore vieni a casa
Il cervello che legge in un mondo digitale
Vita e Pensiero – Milano 2018
Pagine 224 – Euro 20,00
Recensione di Raffaella Manara
© Pubblicato sul n° 83 di Emmeciquadro