Pensare l’evoluzione ha un sottotitolo, L’eccedenza della vita, ovvero l’affabilità del mistero, il cui significato si svela solo alla fine, nelle Conclusioni. Quindi è da leggere con attenzione, per arrivare, passo dopo passo, alle riflessioni che chiudono il volume.
In apertura Ringraziamenti, Prefazione e Introduzione dicono che il libro nasce dalla storia dell’autore facendo riferimento a diverse posizioni anzitutto scientifiche (Fasol è laureato in Scienze Biologiche all’Università di Padova), ma anche di bioetica, cosmologia e di filosofia della biologia che studia con passione da molti anni.
Il libro è costituito di undici capitoli, brevi (un grande vantaggio per il lettore) perché i temi affrontati, temi fondamentali nella scienza della vita, sono tanti: dalla generazione spontanea (capitolo 2) alla generazione delle macromolecole biologiche (capitolo 4), la cellula (capitolo 6), la doppia elica (capitolo 7), l’ATP (capitolo 8) eccetera. Gli argomenti sono difficili, ma l’autore, che ha insegnato Scienze naturali nei Licei Alle Stimate di Verona, di cui attualmente è Preside, usa un linguaggio piano, evidentemente sperimentato in lunghi anni di lavoro, chiarisce il significato del lessico specifico necessariamente usato e inquadra storicamente il tema, fino agli sviluppi scientifici più recenti.
Lo scopo dichiarato è quello di «contribuire ad una riflessione [sull’evoluzione] scevra da pregiudizi e aperta a tutte le possibilità. […] Un tema già affrontato con precedenti pubblicazioni, ma questa volta in modo totalmente nuovo, a partire, cioè, dalle connessioni dinamiche presenti tra gli ingredienti dell’Universo, vita compresa, dal livello molecolare in su.» (Prefazione pagina 15).
E ancora: «Indagheremo in modo rigoroso e scientifico sulle caratteristiche essenziali degli esseri viventi, su ciò che non si può togliere, pena la loro estinzione, sul campo di esistenza del fenomeno-vita e infine su come si potrebbe immaginare la sua natura.» (Introduzione pagina 20).
In modo interessante, la questione scientifica posta in ogni capitolo e illustrata in termini netti sfocia sempre in una domanda che sollecita a rivedere molte posizioni cristallizzate e probabilmente superate dalle scoperte più recenti. È il caso, per esempio, del capitolo 1, Cosa intendiamo quando parliamo di evoluzione dei viventi, in cui si afferma che «L’evoluzione è Storia, […] Se per “evoluzione” intendiamo solo questa “successione” di forme di vita diverse nel corso della storia della Terra, siamo tutti d’accordo: questo è un vero dato di fatto.» (Pagina 30). Ma «Il quadro che si presenta ai nostri occhi è decisamente diverso da quello che leggiamo sui libri; la narrazione della comparsa e dello sviluppo della vita sulla Terra diventa sempre più complicata e misteriosa. È un bel rompicapo per tutti! […] Non è corretto e scientifico proporre una revisione della teoria alla luce delle attuali conoscenze?» (Pagine 32-33).
Oppure, il filo del ragionamento scientifico porta a riscoprire lo stupore con cui dovremmo guardare il mondo e la vita.
Per esempio, nel capitolo 9, La clorofilla: più green di così!, leggiamo: «Esiste un’equazione della vita? Certo. È la respirazione/fotosintesi. È l’attrattore di ogni processo vitale e, nel contempo, la sua sintesi. Silenziosa, continua, da miliardi di anni, costante, sempre in garanzia, senza bisogno di tagliandi o di manutenzione, inesorabile, istantanea, spontanea, in riciclo perenne, sostenibile, green come nient’altro, a costo zero: questa è la vita. C’è da restare senza fiato.» (Pagina 91).
Emerge sempre il tema della complessità che pone più domande di quelle che risolve. Per esempio quando nel capitolo 4, Da zero a mille, in meno di 1 secondo!, si parla della genesi delle macromolecole biologiche come «un vero rompicapo a causa della complessità di informazione che esse stesse racchiudono e richiedono.» (Pagina 54). «In laboratorio possiamo costringere determinati reagenti a sciogliersi e a ricomporsi per formare nuove molecole, ma non possiamo costringere le singole lettere a creare una parola; il messaggio è eccedente alla materia, anche se ne viene veicolato. Questa, per me, rimane l’obiezione fondamentale alla nascita della vita in condizioni particolari, in qualunque ecosistema terrestre o spaziale la si voglia collocare.» (Capitolo 2 La generazione (spontanea) della vita: ci crediamo ancora? pagina 43).
In estrema sintesi, la passione scientifica ed educativa di Fasol, unita al suo sguardo di uomo di fede e alle sue competenze, hanno realizzato una rilettura dell’evoluzione alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e, come dichiarato dall’editore, accanto al racconto di cosa è biologia, un libro «capace di far appassionare alla scienza. E anche a Dio.»
«Questa dimensione metafisica della realtà, ovvero il suo essere anche “al di là della fisica”, ha qualcosa da dire anche alla teoria dell’evoluzione. La creazione non è accessibile ai nostri sensi; non ne siamo “capaci” e non possiamo documentarla in alcun modo.» (Conclusioni pagina 106). In questa direzione, durante una presentazione, monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona, ha definito il percorso di Fasol innovativo e stimolante: «Scienza e fede devono ripensare il loro rapporto reciproco, è necessario abbandonare una logica ‘concorrenziale’ e al contempo guardarsi da una nuova logica integrazionista, per orientarsi invece verso un modello di complementarietà tra i due ambiti.»
Chiude il libro una Bibliografia essenziale in cui figurano anche testi classici, a volte finiti nel dimenticatoio, che docenti e studenti di biologia farebbero bene a rispolverare.
Umberto Fasol
Pensare l’evoluzione
Tau Editrice, Todi (PG) 2023
Pagine 110 euro 12,00
Recensione di Maria Cristina Speciani