Il testo offre una documentazione interessante del contributo del genio femminile alle conoscenze e al pensiero scientifico, attraverso la biografia di cento donne, dalle più antiche che si conoscono ad alcune viventi.
Chi dice che le donne non sono portate per la scienza? Molti fattori nella storia hanno favorito il radicarsi di tale opinione, fattori legati alle condizioni sociali e allo svilupparsi nel tempo della concezione dell’istruzione e del suo attuarsi. Sappiamo come fino alla fine del secolo XIX le Università fossero precluse alle donne, tra le quali le più dotate poterono studiare solo per la condiscendenza di qualche personaggio particolarmente illuminato.
Molte tra quelle che comunque seguirono le loro inclinazioni usarono in particolare le doti comunicative dell’indole femminile scrivendo importanti trattati didattici, contribuendo alla diffusione e all’ampliamento dell’istruzione (un esempio importante è Maria Gaetana Agnesi).
Questo grave pregiudizio, che solo oggi forse comincia lentamente a essere intaccato, è purtroppo rinforzato dal fatto che nella storia delle scienze – di per sé poco trattata nella formazione scolastica e poco presente perché poco conosciuta nella cultura (italiana in particolare) – il contributo femminile appare decisamente ridotto e secondario, almeno fino al XVII secolo.
Il lavoro di chi ha prodotto il testo Scienziate nel tempo non indaga le ragioni di questa situazione, ma fornisce una documentazione interessante del contributo nella storia del genio femminile alle conoscenze e al pensiero scientifico, attraverso la biografia di cento donne, dalle più antiche che si conoscono ad alcune viventi.
Sono donne che hanno lasciato un segno ben riconoscibile nella nostra eredità culturale.
Le loro biografie sono asciutte e rapide, raramente coprono più di due pagine. Risultano comunque una buona documentazione, perché fanno parlare i fatti: scolpiscono le vite di donne che hanno dimostrato un’intelligenza non trascurabile, passione per la cultura e la conoscenza nei più disparati campi della matematica come delle scienze della natura, e grande dedizione.
Quasi tutte hanno affrontato la necessità tutta femminile di conciliare le loro attività scientifiche con gli affetti e le necessità familiari, spesso rinunciando ai riconoscimenti ufficiali, alle cattedre prestigiose – quando erano accessibili. Molte di loro hanno rivolto energie e produzione scritta all’insegnamento, anche in questo seguendo la dote comunicativa che caratterizza l’universo femminile.
L’imponenza complessiva dei dati offerti dal libro suscita da una parte la curiosità di conoscere più a fondo ognuna di queste donne, delle quali generalmente non si è sentito parlare al di fuori del loro ambito di attività, e spesso neanche tra gli addetti ai lavori. Dall’altra, interroga sulle azioni e le iniziative (questa è una) che potranno incidere sulla mentalità ancora troppo diffusa che svalorizza la mente femminile, e porta a perdere grandi risorse intellettuali, impedendo poi a più della metà del genere umano di investire le proprie doti e capacità per la crescita della conoscenza.
Sara Sesti, Liliana Moro
Scienziate nel tempo
100 biografie
Ledizioni, Milano 2018
Pagine 231, euro 16,00
(Recensione di Raffaella Manara)