La Specola Vaticana – l’Osservatorio Astronomico Vaticano – è uno dei più antichi enti di ricerca in astronomia. Ha il quartier generale nelle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e una sede distaccata a Tucson, in Arizona (USA).
Come recita il suo motto “Deum Creatorem Venite Adoremus” continua a mostrare anche oggi la complementarietà tra fede e ragione. Nonostante la Specola sia composta da un numero ristretto di ricercatori svolge attivamente ricerca scientifica in diversi campi dell’astronomia e della fisica.



 

La Specola Vaticana: una breve storia

L’interesse della Chiesa per la ricerca astronomica nasce principalmente per motivazioni liturgiche legate al calcolo della data della Pasqua. Nel 1582, con la bolla Inter Gravissimas, papa Gregorio XIII introduce il nuovo calendario che sostituisce quello risalente a Giulio Cesare. Nei secoli successivi l’attività scientifica procede sulla Torre dei Venti in Vaticano e presso diversi osservatori astronomici dello Stato Pontificio. In particolare l’Osservatorio del Collegio Romano svolge un ruolo di primo piano fino all’espropriazione a opera dello stato italiano nel 1879. Si pensi per esempio alla figura del gesuita padre Angelo Secchi (1818-1878), pioniere della moderna astrofisica e della classificazione stellare (1).



Sul finire del l’Ottocento il barnabita padre Francesco Denza (1834-1894), presenta a papa Leone XIII la proposta di un osservatorio da collocarsi proprio sulla Torre dei Venti in Vaticano. Il papa accoglie questo suggerimento e con il motu proprio Ut Mysticam del 14 marzo 1891 rifonda ufficialmente la Specola. La missione indicata dal pontefice è quella di mostrare al mondo come «la Chiesa e i suoi Pastori non si oppongono alla vera e solida scienza, sia umana sia divina, ma che l’abbracciano, l’incoraggiano e la promuovono con tutto l’impegno possibile» (2). Denza viene nominato primo direttore, ma muore solo tre anni dopo nel 1894. In questo delicato momento tocca al vice-direttore, il sacerdote oratoriano Giuseppe Lais (1845-1921), coordinare l’attività di ricerca della Specola impegnata nel grande progetto internazionale della Carta Fotografica del Cielo (3).  



Nel 1906 papa Pio X chiama come direttore dagli Stati Uniti padre Johann Georg Hagen (1847-1930), già responsabile dell’osservatorio dei gesuiti del Collegio di Georgetown a Washington, e affida alla Compagnia di Gesù il compito di provvedere al personale dell’Osservatorio. Padre Hagen, particolarmente apprezzato per i suoi lavori sulle stelle variabili, cura in quegli anni la pubblicazione della sua opera principale l’Atlas Stellarum Variabilium. 

Nel 1935, a causa del crescente inquinamento luminoso della città di Roma, la Specola si trasferisce presso la Residenza Pontificia di Castel Gandolfo (circa 30 km dalla Città del Vaticano).

 

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Matteo Galaverni

(Fisico, presbitero della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, collabora con la Specola Vaticana e con l’Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna)

 

© Rivista Emmeciquadro

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