Nel centenario della nascita di Asimov è interessante rileggere la sua sterminata opera letteraria, dalla fantascienza, ai gialli passando per la divulgazione scientifica. Ed è anche stimolante scoprire, nei suoi racconti più tecnologici, come egli abbia anticipato e affrontato sfide che oggi stiamo affrontando in modo sistematico su temi come l’intelligenza artificiale o l’interazione uomo-robot. Abbiamo chiesto a un letterato e a un ingegnere di condurci lungo questi due percorsi.
Cent’anni fa nasceva Isaac Asimov, lo scrittore di fantascienza più famoso, noto anche ai non appassionati del genere, e sicuramente il più versatile e il più prolifico: alla sua morte, nel 1992, la sua bibliografia annoverava circa 500 titoli, merito della sua prodigiosa e sistematica capacità di scrittura.
Uno dei tratti distintivi delle sue opere è condensato in uno dei “consigli” indicati in un suo articolo del 1979: «Non si possono scrivere belle storie di fantascienza se non si conosce per niente la scienza».
Quanto all’aspetto letterario, oltre alla genialità dei contenuti, siamo di fronte a uno stile caratteristico: scarno e disadorno, con una aggettivazione sobria, dialoghi fitti e fluidi, riferimenti scientifici essenziali e precisi. Asimov si accorse presto che non era il caso di infarcire le sue storie con prolisse divagazioni scientifiche, ostiche alla maggior parte dei lettori. I riferimenti scientifici dovevano emergere dalla storia stessa, con naturalezza.
Oggi, alle soglie di un una grande rivoluzione tecnologica dove i robot e l’intelligenza artificiale sono protagonisti indiscussi, (ri)leggere Asimov diventa quasi necessario, non semplicemente per trovare analogie tra i robot descritti nei suoi racconti e quelli attualmente in produzione, ma piuttosto per lasciarci guidare dentro i meandri dei bisogni e dei desideri profondi dell’umano, per conoscere meglio cosa guidi attualmente la progettazione e lo sviluppo dei nuovi robot e delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale.
Asimov può essere considerato senza esagerazione un genio dell’animo umano per la capacità con cui è riuscito a descrivere le dinamiche del rapporto tra gli esseri umani e i robot in modo così profondo da riuscire a fare emergere le contraddizioni, le debolezze e la forza dei suoi personaggi che, inevitabilmente, sono anche le nostre.
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Enrico Leonardi (già Insegnante di Lettere nella Scuola Secondaria di primo Grado)
Alessandro Vato (ricercatore presso: IIT (Genova) e National Center for Adaptive Neurotechnologies, Albany (NY))