Una nuova testimonianza dei frutti che porta l’incontro tra scienza e fede: la storia e l’opera di un nostro contemporaneo, padre George Coyne. Astronomo di fama internazionale, fu chiamato da Giovanni Paolo I alla direzione dell’Osservatorio Astronomico Vaticano, la Specola Vaticana, ed è rimasto in carica per ben ventotto anni.Durante il suo mandato come direttore ha istituito a Tucson, in Arizona, una sezione osservativa della Specola, installando sul Monte Graham, a 3200 metri di altezza, un nuovo telescopio.Ha inoltre contribuito in modo determinate a mantenere attiva la sede storica dell’Osservatorio a Castel Gandolfo, a sviluppare programmi di formazione per giovani astronomi (scuole estive) e dato un grande impulso al dialogo tra scienza e teologia grazie a una costante attività di ricerca e divulgazione anche in questo campo.



Dopo aver descritto alcuni esempi di incontro tra scienza e fede nei secoli passati, come il gesuita Angelo Secchi (1) e l’oratoriano Giuseppe Lais (2), in questo contributo presentiamo l’opera di un nostro contemporaneo: padre George Coyne.

La formazione e l’inizio dell’attività scientifica

 George Vincent Coyne è nato il 19 gennaio del 1933 a Baltimora nel Maryland (USA), terzo di otto figli. Ha frequentato prima la scuola elementare cattolica e poi ha ricevuto una borsa di studio presso la scuola superiore diretta dai gesuiti Loyola Blakefield (Maryland). Dopo la maturità, all’età di 18 anni, è entrato nel noviziato dei gesuiti a Wernersville (Pennsylvania).



All’epoca la formazione prevedeva, dopo i due anni di noviziato, un altro biennio dedicato allo studio della letteratura greca e latina. È stato proprio l’incontro con il professore di greco a far crescere nel giovane George la passione per l’astronomia. Infatti, padre Hane Martin, oltre ad avere un dottorato in lettere classiche, era anche laureato in matematica e un appassionato astrofilo.

Accortosi del grande interesse del suo studente per l’astronomia lo incoraggiò e soprattutto gli permise di avere accesso ai libri di argomento scientifico presso la biblioteca, cosa non scontata per un giovane seminarista del tempo. Questo, racconta lo stesso Coyne, ha rafforzato e fatto crescere il suo interesse per l’astronomia negli anni della formazione.



I suoi studi proseguirono con una laurea in matematica e una licenza in filosofia presso la Fordham University (New York) nel 1958 e poi un dottorato in astronomia alla Università di Georgetown nel 1962. L’argomento della tesi di dottorato consisteva nello studio della superficie della Luna utilizzando la spettrofotometria, ossia l’analisi dell’intensità della luce in funzione della lunghezza d’onda.

Concluso il dottorato in astronomia ha infine intrapreso gli studi di teologia al Woodstock College (Maryland). Anche in quel periodo si mantenne attivo nella ricerca scientifica visitando diversi istituti di ricerca durante le estati: Harvard College Observatory (1963), National Science Foundation all’Università di Scranton (1964), Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona (1965).

Dopo essere stato ordinato presbitero nel 1965, l’anno successivo tornò proprio all’Università dell’Arizona come visiting assistant professor. Qui al Lunar and Planetary Laboratory i suoi studi si spostarono dalla spettrofotometria alla polarimetria: l’analisi della polarizzazione della luce.
Ricerche di laboratorio avevano infatti da poco dimostrato come studi di questo tipo potessero aiutare a capire le proprietà di quelle piccole particelle di polvere che si trovano sulla superficie dei pianeti o degli asteroidi.

Il gruppo di ricerca di cui egli faceva parte, sotto la guida di Tom Gehrels (1925-2011), risucì a costruire i primi strumenti per misurare la polarizzazione della luce con un telescopio e molti lavori pioneristici furono pubblicati in quegli anni. In particolare Coyne si interessò allo studio delle proprietà della superficie di Mercurio (3).


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Matteo Galaverni

(Fisico, presbitero della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, collabora con la Specola Vaticana e con l’Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna.)


Note

  1. Galaverni, Angelo Secchi “padre” dell’astrofisica, in Emmeciquadro n. 71, dicembre 2018.
  2. Galaverni, Padre Giuseppe Lais, dall’Osservatorio del Collegio Romano alla Specola Vaticana, in Emmeciquadro n. 80, gennaio 2022.
  3. V. Coyne, Faith and Knowledge. Toward a new meeting of Science and Theology, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2007, p. 179-183.


Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento a Guy Consolmagno, Antonio Coretti e Gabriele Gionti per l’aiuto e per i commenti.

© Pubblicato sul n° 83 di Emmeciquadro

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