Tra le questioni scientifiche che l’uomo si è sempre posto, quella più ricorrente è forse la domanda sull’origine. Da dove proviene l’universo? Come si è evoluto? Come sorgono tutte le realtà che osserviamo, in particolare la vita e noi stessi? È anche la domanda più radicale, fino al punto che la stessa scienza avverte, prima o poi, come le sue risposte, per quanto valide e necessarie, non facciano altro che aprire nuove domande.
Dal 31 ottobre al 4 novembre la Pontificia Accademia delle Scienze celebra la sua Sessione Plenaria biennale, del titolo “Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universo e della vita”. L’argomento risulta di particolare attualità.
Il 2009 sarà segnato da alcune importanti ricorrenze nella storia della conoscenza del cosmo e della vita: si celebra il quarto centenario della “Astronomia nova” di Johannes Kepler, con la prima formulazione moderna delle leggi cinematiche del moto planetario e delle prime scoperte astronomiche di Galileo, realizzate grazie al cannocchiale da lui costruito, che diedero nuovo impulso all’accettazione della nuova visione copernicana del mondo.
Ma nel 2009 ricorre anche il secondo centenario della nascita di Charles Darwin, insieme al 150º anniversario della pubblicazione de “L’origine delle specie”. Evoluzione dell’universo ed evoluzione della vita sono ora accomunate nella ricerca di una più profonda comprensione della realtà creata.
Nuovi dati e nuove teorie hanno notevolmente accresciuto le nostre conoscenze nei secoli da allora trascorsi. Risulta quindi sempre più necessario affrontare con uno sguardo interdisciplinare il significato delle nuove conoscenze. Questo è lo scopo dell’incontro, in parole del suo coordinatore, il premio Nobel Werner Arber: «Aggiornare le proprie conoscenze di base e trasmetterle alla società umana», consapevoli del ruolo fondamentale che esse hanno nel conformare la vita sociale. «Il sapere scientifico costituisce, insieme alla saggezza tradizionale, alla fede religiosa e ai valori dell’educazione – continua Arber, insieme al presidente dell’Accademia, il prof. Nicola Cabibbo – una parte essenziale delle conoscenze orientative che ci servono a prendere decisioni individuali e sociopolitiche».
Gli argomenti proposti per le cinque sessioni in cui l’incontro è diviso, percorreranno quest’ampio spettro, negli interventi degli accademici e degli esperti invitati. Nella prima sessione, sull’evoluzione dell’universo, interverranno, tra altri, Stephen Hawking, Martin Rees e Vera Rubin. Anche l’evoluzione della vita nell’universo sarà presa in considerazione dagli accademici, insieme a questioni di carattere più astratto, come l’emergenza della complessità e i “grandi numeri” dell’universo.
A partire dal sabato l’evoluzione biologica diventerà l’argomento principale. La discussione affronterà alcune delle questioni su cui oggi il dibattito è più acceso, come il ruolo del caso nell’evoluzione. La conoscenza dei meccanismi dell’evoluzione biologica si trova oggi di fronte a molteplici strade, che attribuiscono diverso valore alle variazioni genetiche aleatorie, ai processi selettivi, ai fattori epigenetici e simbiotici, o ai fattori evolutivi dello sviluppo biologico. Una comprensione di insieme dei processi evolutivi è oggi probabilmente una delle principali priorità all’interno della biologia evolutiva.
La terza sessione affronta direttamente il problema dell’evoluzione umana. Vedrà gli interventi di Luigi Cavalli-Sforza, del premio Nobel Christian de Duve, di Francis S. Collins, direttore del “Progetto Genoma”, Yves Coppens e Fiorenzo Facchini. I Cardinali Martini e Cottier parteciperanno invece nella quarta sessione, sugli aspetti teologici, filosofici e sociali dell’evoluzione. Sarà un momento centrale del confronto, che permetterà considerare i problemi centrali che riguardano scienza e fede: evoluzione e creazione, piano divino ed evento casuale.
Di fronte ad una prospettiva che vorrebbe ridurre il complesso fenomeno dell’origine ed evoluzione della vita ad una successione di eventi casuali senza significato, è possibile ritrovare nello stesso panorama evolutivo una realtà piena di significato, che trova appunto in Dio la fonte ultima di realtà e di senso. Sono particolarmente significativi, da questo punto di vista, i titoli di due delle relazioni proposte in questa sessione: “Superare la falsa opposizione tra il caso e la creazione” (Jean-Michel Maldamé), e “L’essere umano: piano di Dio o strana coincidenza?” (Ulrich Lüke) puntano il dito verso l’origine di molte delle incomprensioni della possibilità di conciliare scienza e fede.
L’impatto dell’attività umana sarà l’argomento generale dell’ultima sessione, che vedrà interventi su vari argomenti come l’insegnamento dell’evoluzione, Intelligent Design, e “intelligenza digitale”.
Come è abituale, la Sessione plenaria prevede anche la presentazione dei nuovi membri e la commemorazione di quelli deceduti dall’ultimo incontro, e una sessione porte chiuse tra gli accademici, oltre all’udienza con il Santo Padre. Sarà questa sicuramente una nuova occasione di riflettere su quella che appare come una delle principali preoccupazioni di Benedetto XVI: costruire un rapporto veramente armonico tra fede e ragione.