In un momento come questo, dove i temi della ricerca e dell’insegnamento sono in primo piano ma non sempre in m odo costruttivo, vale la pena soffermarsi su una singolare in iniziativa svoltasi nei giorni scorsi a Varenna (LC), nella splendida cornice di Villa Monastero che ha visto protagonisti un centinaio di docenti e studenti dell’Università degli Studi di Milano Bicocca radunati per un convegno per dal titolo “L’avventura dell’insegnamento: didattica e ricerca”. E non è un episodio isolato. Da tre anni Varenna ospita questi incontri e offre il contesto ideale a ricercatori e studenti per riflettere e discutere sul proprio lavoro alla luce di tematiche che vanno al di là dagli argomenti trattati normalmente in Università. Basta considerare i titoli dei convegni precedenti, che erano : “Il rischio educativo, introduzione alla realtà totale” e “Università: Ragione e Verità”.



Anche l’idea di dare avvio a questi convegni è originale: tutto è nato da incontri informali tra alcuni amici (docenti e studenti) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, che si ritrovano periodicamente per rispondere all’urgenza di condividere le loro domande sul significato di tutto lo sforzo che li coinvolge in Università nei confronti della ricerca e della didattica. Ben presto questo gruppo di amici ha sentito l’urgenza di coinvolgere a questo livello anche altri colleghi e studenti ritenendo che questi temi avrebbero interessato chiunque e infatti l’adesione a tutti e tre i convegni è stata numerosa e partecipata.



Il convegno di quest’anno si è svolto durante l’intera giornata: dopo il caffè di benvenuto, consumato nel giardino affacciato sul lago, ci sono stati i saluti dei rappresentanti delle due associazioni che hanno organizzato l’evento: Elio Sindoni, direttore … e presidente della fondazione “Piero Caldirola International Center for the Promotion of Science” e Stefano Verzillo rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione e dell’associazione studentesca “Help Point-Bicocca”. La sessione mattutina ha visto alternarsi sulla cattedra di Villa Monastero Marco Bersanelli docente di Astrofisica, Mario Barenghi docente di Letteratura Italiana Contemporanea, Valter Maggi Docente di Climatologia, Lorenzo Strik Lievers docente di Storia e Didattica della Storia, Cristina Giannattasio docente di Malattie Apparato Cardiovascolare. I lavori sono ripresi nel pomeriggio con interventi programmati e discussione libera. Gli interventi del pomeriggio sono stati di Enrica Giordano docente di Didattica della Fisica, Ugo Arrigo docente di Scienze delle Finanze, Francesca Greselin docente di Statistica e Walter Maffenini docente di Statistica.



Caratteristica comune dei relatori, provenienti da ambiti culturali molto diversi, è stata quella di partire dalla propria esperienza di ricerca e di insegnamento. Ciò ha permesso di vedere in atto un superamento della frammentazione specialistica in cui sembra inevitabile cadere in ambito accademico, recuperando una prospettiva unitaria del sapere. L’assenza di discontinuità tra un intervento e l’altro è stata anche facilitata dalla professoressa Susanna Mantovani, prorettore dell’Università di Milano-Bicocca, che ha coordinato con entusiasmo gli interventi del mattino.

Bersanelli ha iniziato evidenziando come ricerca e didattica siano discipline inscindibili e che, così come emerge dalla sua esperienza, è impossibile fare didattica senza fare ricerca perché, affinché sia vivo quello che si insegna, anche se si tratta dei fondamenti di una materia, è necessario che per un docente ci sia almeno un punto di interesse in ciò che studia in modo che rimanga vivo quell’atteggiamento di stupore e di domanda di fronte alla realtà indispensabile all’insegnante e ricercato dallo studente. Un altro aspetto rilevante nelle affermazioni di Bersanelli è stata l’affermazione che la ricerca non viene mai svolta da soli: è solo nella condivisione che si progredisce nella conoscenza. La valorizzare le relazioni interpersonali è stata ripresa anche dai relatori successivi: parlando del rapporto docente/studente Barenghi e Maggi hanno evidenziato l’importanza del coinvolgimento personale degli studenti anche durante le lezioni, provocandoli a essere parte critica anche a rischio di affrontare momenti prolungati di silenzio in aula. Strik Lievers e Giannattasio hanno sottolineato la centralità della persona sostenendo, per esempio, che la modalità d’insegnamento non può prescindere dall’ambito in cui si insegna e dal considerare gli studenti nella loro interezza, poiché solo così il rapporto didattico può diventare relazione educativa e cammino di maturazione umana.

L’interesse per gli argomenti e il coinvolgimento personale erano stati così profondi che è stato necessario interrompere la discussione per consentire di pranzare a un orario che permettesse il proseguimento della giornata.

A conclusione dei lavori molti partecipanti hanno affermato di aver passato una giornata molto provocatoria e di aver sentito l’assoluta necessità di momenti come questi in cui parte della comunità accademica dei docenti e degli studenti si trova a riflettere e dialogare su questioni fondamentali ma delle quali non si osa quasi mai parlare, soprattutto pubblicamente.