Il ritrovamento nel nord della Germani a Eulau (Sassonia) di quattro individui, che si stima risalente circa al 4.600 avanti Cristo, ha sbalordito antropologi e paleontologi di tutto il mondo dal momento che sembrerebbe trattarsi del primo nucleo familiare monogamico. Il professor Cesare Pitto, docente di antropologia richiama però alla cautela



Professore, si tratta di una scoperta davvero eccezionale?

In primo luogo direi che il 4.600 avanti Cristo non sia da considerare così tanto lontano dai nostri tempi, chiaramente considerando il tempo in epoche e non in anni. Si tratta di un periodo pienamente compreso in epoca storica e non preistorica. Siamo in piena civiltà del bronzo, alla fine del neolitico. I tipi di sepoltura più frequenti sono quasi tutti individuali e gli uomini seppelliti si trovano quasi sempre in posizione fetale dentro orci o otri. Si possono comunque trovare corpi “accompagnati” in certe tombe, laddove si tratta di una madre col proprio bambino. Oppure la sepoltura multipla è per lo più dedicata a persone di una certa importanza sociale. Quindi è sì un ritrovamento interessante, ma tutto ancora da analizzare.



Su tutti i giornali si dà per certo che il ritrovamento riguardi i resti di una famiglia?

Questa è un’affermazione che mi lascia davvero perplesso. Scientificamente non si può affermare in così breve tempo di aver scoperto una famiglia sepolta. Sottolineerei il fatto che gli esami sul Dna e sullo stronzio, trovato fra i denti dei fossili, danno risultati troppo incerti per fare simili affermazioni. Potrebbe trattarsi di fratelli, cugini o comunque parenti, cosa non difficile in comunità molto piccole.

E il fatto che si sia trattato di una strage da parte di assalitori membri di un altro gruppo?



Quest’altra asserzione è ancor più affrettata della precedente. Potrebbe infatti essersi trattato di un sacrificio oppure di una condanna. Addirittura, e sarebbe il paradosso, potrebbe essere stata condannata sì una famiglia, ma proprio per il fatto che praticasse la monogamia. Per questo sarei più prudente nel manifestare come certe conclusioni che sono soltanto teorie o deduzioni non verificate.

Insomma si tratta di molto rumore per nulla?

No, no. Il fatto che siano stati ritrovati questi corpi in una simile posizione lascia pensare proprio a una famiglia. Sia chiaro, io non intendo confutare il fatto che si tratti di una famiglia, ma da qui ad affermarlo con sicurezza scientifica ne passa. Non è il solo dato empirico che può giustificare la sicurezza con la quale si deducono i fatti. Molto lavoro va svolto seguendo anche le conoscenze sociologiche e gli studi antropologici su quei tempi. Lo stesso professor Haak, che è stato coinvolto nella scoperta, sostiene che la famiglia monogamica non era per l’epoca e per la zona il modello sociale prevalente. Per cui, per il momento, mi fermo non al fatto che siano stati trovati i membri di un nucleo familiare, ma al fatto che siano stati trovati degli individui sepolti insieme.

Ci sono altri elementi riportati dai giornali che non la convincono?

Il Dna e l’esame dello stronzio dei denti indicherebbero provenienze diverse. In poche parole da come si sono sviluppate le dentature di dedurrebbe l’appartenenza a differenti aree geografiche. Noi però sappiamo che in moltissime culture ci sono e ci sono state differenze fortissime nella dieta di maschi e di femmine. Le diverse dentature potrebbero derivare quindi anche da questo semplice fatto. Se comunque l’unione è esogamica, non si deve pensare che ciò sia legato a motivi di “salute” familiare, quanto piuttosto al desiderio di rafforzare legami con altri gruppi di comunità umane.

Ma perché sarebbe così imprudente parlare di famiglia?

Perché il passaggio dalla famiglia multiforme a quella monogamica ha richiesto moltissimo tempo, soprattutto presso alcune culture. Il rapporto maschio-femmina diventa duale nel processo di organizzazione negli affetti, nel pasto comune, nella casa. E anche una volta entrata in casa la donna, o l’uomo, viene percepito in diverse sfumature: padrone, complice, servo, eccetera. Ricordiamoci che per i Romani un figlio poteva essere benissimo confinato fra i servi. Le usanze dunque ci raccontano finora cose diverse da quello che testimonierebbero questi resti.

Accetterei quindi che questi resti appartengano sì anche a una stessa famiglia, ma in un ordine di famiglia che noi non possiamo più comprendere. E poi nulla nega che anche se si trattasse di due genitori e di due figli, ciò possa significare che eventuali altri membri, come altre mogli o figli, siano scampati alla “strage”.

Per dirla tutta: mi sembra esagerata l’enfasi con la quale i giornali hanno dato la notizia di quanto scoperto, tutto qui. Non trovo equilibrata la diffusione della notizia.

Comprensibilissimo. Un’ultima domanda di carattere più generale: quando iniziano le sepolture e quale significato hanno?

Seppellire i morti coincide con la venuta al mondo dell’uomo. L’uomo ha sempre dato sepoltura ai suoi simili. Se poi con “sepoltura” si intende il mettere sotto terra è un discorso differente. Ci sono popoli che non possono per usanza mettere sottoterra i propri cari. Gli Inuit, ad esempio, non seppelliscono i morti perché questi emergono fuori per via del movimento degli strati bassi della terra. Di qui la loro tradizione di darli in pasto agli orsi e di nutrirsi, in seguito, dei medesimi animali.

Per sepoltura dobbiamo quindi intendere il “culto dei morti”.

Per quel che ne riguarda il significato io credo che il culto dei morti accompagni l’uomo come tendenza alla non-fine della vita. È il desiderio di eternità. Che questo traduca l’anima, il karma, l’incarnazione, la metempsicosi, poco importa: l’uomo non riesce a concepire la propria fine. Di fronte al mistero della morte anche la forma più lontana da retaggi religiosi, per quanto laicizzata possa essere, come, ad esempio, lo spargere le ceneri in mare, rimanda sempre a un abbandono all’Universo.