La sonda Phoenix ha fatto ancora una volta centro. Su Marte esistono le condizioni per la vita. L’annuncio è stato fatto dagli scienziati della Nasa che stanno seguendo la missione su Marte da quando il robottino spaziale è atterrato sul suolo marziano dieci mesi orsono. Pochi giorni fa il braccio meccanico della sonda, scavando dentro il piccolo cratere Dodo, aveva trovato uno strato di suolo duro che poi si scoprì essere giaccio di acqua. Ora si aprono nuovi scenari che regalano speranze più solide ai ricercatori dell’agenzia spaziale. «Abbiamo trovato quelli che sembrano essere i requisiti base, cioè le sostanze nutrienti per sostenere la vita nel passato, nel presente o nel futuro», ha dichiarato lo scienziato Sam Kounaves. «E’ il tipo di suolo che potrebbe essere trovato nel vostro giardino, ricco cioè di sostanze alcaline – ha aggiunto lo scienziato – E’ un suolo dove potrebbero crescere degli asparagi. Sono dati molto eccitanti per noi».
Il Pianeta Rosso, però, ha in serbo molte altre sorprese. Le sonde della Nasa Mars Reconnaissance Orbiter e Mars Global Surveyor hanno fotografato quello che potrebbe essere il cratere più grande del nostro sistema solare, stando a quanto riferito dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory dell’Agenzia spaziale statunitense. Il gigantesco cratere è situato nell’emisfero settentrionale di Marte, chiamato conca Boreale, e copre circa il 40 per cento della superfice del pianeta. Potrebbe essere stato creato da un impatto cosmico risalente a 3,9 miliardi di anni fa, vale a dire all’inizio della formazione del sistema solare. E’ largo 8.500 chilometri ed è quattro volte più grande del cratere risultato da un’altra collisione, chiamato Hellas, nell’emisfero meridionale di Marte. «Sono dati impressionanti – ha affermato l’esperto della Nasa Michael Meyer – che hanno implicazioni non soltanto in relazione all’evoluzione di Marte ma anche della Terra».