Dati meteorologici e livello del mare in diretta. È questa la prospettiva aperta pochi giorni prima di Natale con l’inaugurazione della Rete Meteomarina del Golfo di Trieste a cura della sede triestina dell’Istituto di Scienze Marine (Ismar) del Cnr. Basta collegarsi al sito web dell’Istituto per vedere realizzata tale possibilità e accedere liberamente a una serie di tabelle e grafici continuamente aggiornati e di facile lettura.
Ce ne parla Renato Colucci, responsabile della rete meteo marina e presidente dell’Unione Meteorologica del Friuli Venezia Giulia.
Perché è nata l’esigenza di aprire una nuova rete Meteomarina?
La sede triestina di Ismar (Unità Organizzativa di Supporto – UOS Trieste), fino al 2002 denominata Istituto Sperimentale Talassografico “Francesco Vercelli”, è una tra le più antiche istituzioni italiane che si siano occupate di ricerche oceanografiche e meteomarine. Le sue origini risalgono al 1841, anno in cui iniziarono a Trieste le osservazioni meteorologiche sistematiche presso l’allora Osservatorio Marittimo della Imperial Regia Accademia di Commercio e Nautica, istituzione governativa dell’Impero austro-ungarico. Dopo la prima guerra mondiale e il congiungimento di Trieste all’Italia, detta istituzione fu assegnata prima al Regio Comitato Talassografico Italiano, poi al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e successivamente al Ministero dell’Agricoltura e Foreste, per tornare nuovamente nel 1985 al Cnr.
Quali sono oggi le principali mansioni dell’Unità Organizzativa?
Attualmente la UOS triestina di Ismar si articola in due settori di ricerca distinti in due reparti: quello di oceanografia chimica e biogeochimica marina, e quello di oceanografia fisica, mareografia e climatologia.
Per quanto attiene all’oceanografia fisica, alla mareografia ed alla climatologia, l’attività è da sempre rivolta alla gestione delle stazioni meteomarine e mareografiche, alla continuazione del prezioso archivio storico di dati climatici, che inizia nella prima metà dell’800, e allo studio della fluidodinamica geofisica. La rete meteomarina di Ismar Trieste nasce quindi dall’esigenza di rendere disponibili in tempo “quasi” reale (near real time) tutti questi dati, non solo alla comunità scientifica, ma anche e soprattutto alla popolazione.
Quali sono invece le funzioni principali della rete: cosa misura, con che sistemi e metodi, con che periodicità?
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La rete meteomarina è composta attualmente da cinque siti osservativi (due climatologici, due meteomarini ed uno mareografico). Quelli climatologici si differenziano dagli altri per la diversa filosofia di gestione. Per ogni parametro osservato funzionano almeno due strumenti in parallelo (digitale ed analogico) in un’ottica di raccolta dei dati che deve garantire la continuazione della serie storica. In questo modo, infatti, si limita al minimo la possibilità di perdita di informazioni in caso di malfunzionamenti della parte hardware, di avarie strumentali o di problemi di natura elettrica. Sono raccolte informazioni in continuo di temperatura dell’aria, umidità relativa, pressione atmosferica, velocità e direzione del vento, precipitazioni, temperatura del mare a varie profondità e livello del mare.
Questi ultimi elementi destano parecchia curiosità nella cronaca attuale
Per quanto riguarda questi ultimi, forse il maggior punto di forza di questa rete, i dati raccolti minuto per minuto sono aggiornati sul web ogni cinque minuti e pubblicati in forma tabellare e grafica assieme alle curve di marea astronomica prevista; in questo modo è anche possibile fornire informazioni immediate sulla possibilità di acqua alta. Il mareografo di Trieste è inoltre da breve stato inserito a sua volta nella rete internazionale GLOSS (Global Sea Level Observing System) che mira alla costituzione di reti osservative regionali e globali di alta qualità, per applicazioni climatiche, oceanografiche e di ricerca scientifica.
Chi sono i destinatari dei dati raccolti?
Per come è stato strutturato il sito web i dati raccolti sono a disposizione della comunità intera, sia per scopi scientifici, come già lo erano, sia per scopi divulgativi e mediatici in un’ottica di condivisione delle informazioni raccolte e di sensibilizzazione della popolazione alle tematiche legate al clima.
La stazione ha solo funzione di monitoraggio e informativa o si prevedono anche utilizzi in campo scientifico? Per quale tipo di ricerche?
Gli utilizzi scientifici sono da sempre il punto di forza delle stazioni meteomarine di Ismar Trieste. Ricordiamo, ad esempio, come il mareografo di Trieste sia stato il primo in Adriatico, nel 1859, a iniziare misure in continuo di livello del mare, secondo nel Mediterraneo solamente a quello di Genova. La serie meteo-climatologica di Trieste è una delle più antiche a livello italiane e dispone di oltre 170 anni di misure dei principali parametri meteorologici. In quest’ottica, quindi, la principale utilizzazione dei dati è rivolta allo studio del clima e dei suo cambiamenti, ed all’evoluzione del livello marino.