Il clima e le sue rapide variazioni nel giro di pochi anni sono diventati, almeno secondo i media e alcuni importanti organismi internazionali, il problema in assoluto più grande che oggi si trova ad affrontare l’umanità. In effetti i dati registrati in migliaia di stazioni sparse su tutti i continenti ci dicono che il nostro Pianeta nel corso degli ultimi 100 anni si è surriscaldato, e con l’aumento delle temperature anche la circolazione atmosferica sembra aver subito importanti modifiche. In particolare durante il XX secolo il nostro Pianeta si è riscaldato mediamente di 0.6-0.7 gradi (l’entità del riscaldamento oscilla a seconda della metodologia di analisi utilizzata, che varia da un centro di ricerca all’altro), ma nell’ultimo trentennio il surriscaldamento ha subito una brusca accelerata e le temperature sono aumentate al ritmo di circa 0.17 gradi per decennio (a una velocità quindi tre volte maggiore rispetto al periodo precedente). A testimoniare di questa fuga verso un clima sempre più caldo c’è anche il fatto che ben 12 degli ultimi 13 anni sono stati tra i più caldi mai registrati sulla Terra da quando, a metà del XIX secolo, è nata la meteorologia moderna, e addirittura i cinque anni più roventi di sempre sono tutti concentrati nell’ultimo decennio: nell’ordine 2005 (+0.61 °C rispetto alla media del XX secolo), 1998 (+0.58 °C), 2003 (+0.56 °C), 2002 (+0.56 °C) e 2007 (+0.55 °C).
Il surriscaldamento però non è stato omogeneo su tutto il Pianeta, e si è fatto sentire soprattutto alle medie e alte latitudini dell’emifero settentrionale, Italia compresa. Temperature più elevate però comportano anche una maggior quantità di calore disponibile in atmosfera per i fenomeni più violenti, e in effetti negli ultimi decenni è aumentata l’intensità degli uragani, il numero e la violenza dei tornado e anche, ad esempio, la frequenza dei nubifragi sul nostro Paese. Altra conseguenza di un clima sempre più caldo è lo scioglimento della calotta artica e l’innalzamento del livello dei mari: in particolare nel settembre del 2007 si sono rimpiccioliti come mai prima (1.28 milioni di chilometri quadrati in meno del valore medio) da quando, nel 1979, i satelliti hanno cominciato a monitorarli con regolarità, mentre il livello degli oceani si è innalzato soprattutto a causa della dilatazione termica delle sue acque (anche i mari difatti si sono scaldati, e l’acqua calda occupa un volume maggiore di quella fredda).
Ma di chi è la colpa di tutti questi sconvolgimenti? L’ipotesi più accreditata, sostenuta anche dal IPCC (Intergovernative Panel on Climate Change), attribuisce alle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo la responsabilità di almeno il 90% dell’aumento di temperature dell’ultimo secolo. Le prove? Alcune, per così dire, indiziarie: in particolare l’andamento delle temperature medie del Pianeta in epoca industriale sembra ricalcare quello delle concentrazioni atmosferiche di CO2 che mai, nel corso delle ultime centinaia di migliaia di anni, hanno raggiunto valori così elevati (attualmente circa 380 parti per milione in volume). Ma gli scienziati del IPCC e i sostenitori della teoria “serrista” portano soprattutto come prova le simulazioni al computer ottenute grazie ai modelli fisico-matematici, complessi programmi informatici che contengono tutte le principali equazioni che descrivono la fisica dell’atmosfera: attraverso questo strumento difatti si è simulato l’impatto dei gas serra sul clima e le possibili variazioni future del sistema climatico.
Tuttavia non è ancora chiaro quale sia il meccanismo che lega incremento delle temperature e aumento delle concentrazioni atmosferiche della CO2, e soprattutto quale dei due fenomeni sia la causa e quale l’effetto. E d’altra parte, non conoscendo ancora appieno i processi che influiscono sul clima e non potendo verificare l’effettiva “bontà” di una proiezione che si spinge di decenni in avanti nel tempo, non è neanche possibile sapere se effettivamente i modelli fisico-matematici siano in grado di descrivere fedelmente l’impatto dell’aumento di gas serra sul clima.
Ma se la colpa non fosse dell’uomo, come si potrebbe spiegare l’anomalo surriscaldamento del Pianeta osservato nell’ultimo periodo? Il colpevole potrebbe essere il Sole che, nonostante qualche battuta a vuoto come capitato nel corso del 2008, mai negli ultimi mille anni era stato così attivo come ai giorni nostri. E a riscaldare la Terra potrebbe aver contribuito non solo il maggior calore in arrivo dal Sole, ma anche la turbolenza della nostra Stella: la sua maggior attività nel corso dell’ultimo secolo secondo alcune ricerche avrebbe schermato con maggior efficienza la Terra dai raggi cosmici, particelle energetiche provenienti dallo Spazio profondo e che, ionizzando l’aria, hanno tra l’altro la capacità di favorire la formazione di nubi basse. Ebbene negli ultimi decenni le nubi basse, in parte opache alla radiazione solare e quindi in grado di raffreddare la superficie terrestre, sono effettivamente diminuite, facendo quindi mancare il loro contributo di “refrigerazione”.