Sono attualmente in corso di pubblicazione i dati del progetto scientifico Integrated observations from NEAR shorE Sources of Tsunamis” towards an early warning system (NEAREST), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Specifico “Global Change and Ecosystems” a coordinamento italiano (ISMAR-CNR). Lo scopo principale di NEAREST è stato di sperimentare il primo prototipo europeo di un sistema di allerta tsunami. Il progetto coinvolge ricercatori e tecnici di Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Germania e Marocco.
Tsunami (in italiano maremoto) è la parola giapponese che significa “onda nel porto”. Questo termine è entrato ormai nel linguaggio corrente a indicare onde anomale generate da rilascio improvviso di energia come in caso di terremoti, eruzioni vulcaniche, frane. Nel terremoto il movimento repentino della crosta terrestre si trasmette all’acqua sovrastante a formare un’onda di maremoto. Purtroppo, quando in mare si genera un grande terremoto non sappiamo mai se sia generata o no l’onda di tsunami. Se lo tsunami si genera in zone remote e lontane dalle coste abitate, come per esempio nel centro dell’Oceano Pacifico, questa onda impiegherà alcune ore a raggiungere le coste continentali e le reti di monitoraggio avranno tutto il tempo di allertare e allontanare le persone dalle zone costiere. Però i terremoti che avvengono nell’area mediterranea e nell’Atlantico sono localizzati vicino alle coste. Qui purtroppo i tempi di percorrenza delle eventuali onde di tsunami sono molto brevi, da alcuni minuti ad alcune decine di minuti; quindi non c’è nemmeno un attimo da perdere per mettere in salvo la gente. La strategia adottata da NEAREST è: «non si possono prevedere gli tsunami, ma se si individua con una certa precisione dove e come potrebbero generarsi si può fare una buona prevenzione mettendo i sensori direttamente sulla potenziale sorgente di uno tsunami ossia in una di quelle aree in cui gli scienziati possono individuare movimenti crostali importanti». Uno strumento molto sofisticato, lo tsunamometro, è in grado di “sentire”, quando c’è il movimento iniziale dell’acqua e dare l’allarme nel momento stesso in cui l’onda si mette in viaggio.
Con NEAREST è stato posizionato l’osservatorio marino tipo “GEOSTAR” al largo delle coste di Cadice. GEOSTAR è una stazione abissale la cui caratteristica è di poter permanere sul fondo mare per più di un anno. GEOSTAR è corredato di strumentazione geofisica (sismometro, idrofono, gravimetro) e oceanografica e dello tsunamometro. Questa stazione abissale è stata appositamente progettata e costruita in Italia da INVG, Tecnomare e ISMAR per operare in zone di generazione di onde di tsunami, al fine di inviare messaggi automatici di allerta. Altra caratteristica distintiva dello strumento è che questo può ricevere comandi da terra ed essere riprogrammato durante la missione.
L’osservatorio GEOSTAR ha altre peculiarità che lo pongono all’avanguardia in questo tipo di studi. Esso non solo rileva, misura e registra i cambiamenti che avvengono sul fondo del mare, ma è anche in grado di elaborare i dati per riconoscere variazioni minori di un centimetro nella colonna d’acqua. A fine missione l’osservatorio è recuperato rifornito e riequipaggiato per continuare l’esperimento.
NEAREST è un progetto pilota in questo settore, si tratta di un primo passo verso l’installazione di un osservatorio permanente nel golfo di Cadice, nodo della futura rete sottomarina integrata in tempo reale con le reti di monitoraggio terrestri che la comunità europea intende sviluppare nei mari circostanti l’Europa dall’Artico al Mar Nero, passando per il Mediterraneo (rete EMSO: European Multidisciplinary Seafloor Observatory) dichiarata dalla Commissione Europea una delle 35 infrastrutture importanti per lo sviluppo delle ricerche scientifiche europee.
La rete sottomarina EMSO verrà utilizzata dalla comunità scientifica e tecnologica per estendere la capacità di comprendere sempre meglio i processi fondamentali che regolano il clima e la vita nel nostro pianeta.