La nostra colonna vertebrale non è fatta per sopportare il peso dei cattivi stili di vita ed anche i chili di troppo e la sedentarietà possono gravarla fino anche a provocare ernie del disco nella regione lombare. È quanto emerso all’apertura del convegno “New trends in instrumentation and techniques in Spinal Surgery. Meeting 2009” che inizia oggi a Sabaudia (LT), coordinato da Antonino Raco, direttore della UOC del Polo Pontino di Neurochirurgia, Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. In Italia si contano complessivamente oltre 120 unità di neurochirurgia e si eseguono con liste d’attesa brevi circa 100 mila interventi ogni anno, 3000 solo di ernia cervicale, 35 mila di ernia discale. «Il numero di interventi è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni – afferma Raco – in Usa è aumentato di otto volte in 15 anni e in Italia sta avvenendo la stessa cosa solo con qualche anno di ritardo».
A doversi sottoporre a questo tipo di interventi sono soprattutto giovani per quanto riguarda le patologie di natura traumatica (fratture vertebrali): «purtroppo vediamo sempre più spesso giovanissimi di 15-30 anni che riportano lesioni per incidenti alla guida in macchina e in scooter», spiega Raco. Per le patologie di tipo degenerativo (ernie discali, stenosi) la fascia d’età pi interessata quella degli ultra-65enni: «oggi operiamo anche ottantenni – spiega Raco – cosa fino a qualche anno fa impensabile, un importante progresso tecnico perché la popolazione italiana invecchia e sempre più anziani avranno bisogno di questo tipo di interventi».
Ci sono nuove soluzioni soft, senza tagli, senza lesioni muscolari, basta fare un ‘buchetto’ di un centimetro sulla pelle e il paziente torna in piedi poche ore dopo l’intervento. «Oggi possiamo avvalerci di tecniche mininvasive che consistono nell’eseguire incisioni di pochi centimetri e procedere utilizzando il microscopio operatorio per migliorare la visualizzazione delle strutture nervose – spiega Raco – ma la vera novità è rappresentata dalla neurochirurgia percutanea», grazie alla quale si può ridurre sensibilmente la dimensione delle incisioni chirurgiche, inoltre invece di tagliare la muscolatura paravertebrale per accedere alla colonna, i muscoli possono essere semplicemente spostati con strumenti che “aprono un varco” tra le fibre muscolari per l’accesso dei ferri chirurgici, ma senza rotture, un avanzamento enorme, soprattutto se il paziente è giovane, perché evita complicazioni muscolari. In più oggi c’è la neuronavigazione attraverso TAC, con cui si segue l’intervento riducendo l’esposizione a raggi (inevitabile se si opera usando gli RX per operare).
Gli interventi di ernia del disco lombare sono in aumento, complici l’invecchiamento della popolazione e i cattivi stili di vita. Per prevenire bisogna combattere i chili di troppo, che sovraccaricano inutilmente un segmento del nostro scheletro già di per sé sottoposto a vari tipi di stress, e avere una postura corretta specie nei lavori sedentari che prevedano molte ore nella stessa posizione. Infine è fondamentale sollevare i carichi nella maniera corretta, piegando prima le gambe col busto eretto, poi sollevandosi con lo sguardo in avanti per evitare il più possibile di inclinarsi dando una buona spinta con le gambe.
Tra le avvisaglie dell’ernia è molto frequente il cosiddetto ‘colpo della strega’, un blocco algico-funzionale dovuto ad un coinvolgimento delle strutture muscolo-nervose. Si tratta di ernia quando insieme al mal di schiena compare un dolore lungo la gamba, fino al ginocchio o al piede, in questi casi, conclude Raco, bisogna rivolgersi a uno specialista.