Chi ha detto che l’innovazione nel campo della gestione energetica delle nostre città è accessibile soltanto ai grandi centri metropolitani? Ci sono piccoli comuni che si distinguono per iniziative pilota di grande valore e in qualche misura paradigmatiche. Tanto da attirare l’attenzione di centri di ricerca universitari come il “Best”, il Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano.
È il caso di Badia Calavena, un Comune di 2.574 abitanti in Val d’Illasi a una trentina di chilometri da Verona, che si è distinto per l’intensa attività in campo energetico e ambientale risultando tra i vincitori della prima edizione del Concorso Nazionale “I progetti di efficienza e risparmio energetico realizzati in Italia”, promosso appunto dal Best e da Fiera Milano Tech e presentato nell’ambito di Urban Solutions in Fieramilano Rho durante la manifestazione Enermotive. L’iniziativa, patrocinata anche dal Politecnico di Torino, dal Politecnico di Bari e da Fire (Federazione Italiana per l’uso razionale dell’energia) era finalizzata al riconoscimento e alla valorizzazione delle più innovative esperienze di risparmio energetico realizzate da enti e soggetti pubblici o a maggioranza pubblica presenti in Italia. A questa prima edizione hanno partecipato 33 Pubbliche Amministrazioni locali dislocate su tutto il territorio nazionale e sono stati presentati un totale di 45 progetti, che sono stati valutati suddividendoli in tre fasce in base all’ampiezza dei bacino di utenza dell’Ente interessato: una fascia oltre 500.000 abitanti; una intermedia tra i 500.000 e 30.000 abitanti; e una per le realtà con meno di 30.000 abitanti. I progetti sono stati selezionati in base a una serie di parametri quali: la dimensione tecnico-economica dell’efficienza e dei risparmi conseguiti; l’innovazione tecnologica; l’impatto socio-culturale sulle comunità di riferimento; i vantaggi sul piano ambientale e sociale.
Cosa è successo dunque a Badia Calavena? Nell’ultimo quinquennio c’è stata una forte spinta verso l’applicazione delle energie rinnovabili che si è concretizzato nella creazione di un apposito sportello informativo e di supporto e nella realizzazione di diverse tipologie innovative di impianti pubblici, accompagnata da una costante azione di informazione e divulgazione. Gli obiettivi, oggi pienamente raggiunti erano di arrivare all’autonomia energetica a livello di edifici pubblici e di diventare, attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili, un polo di attrazione in grado di dare vita ad un flusso turistico culturale continuo.
Due in particolare i progetti che meritano di essere descritti. Il primo riguarda una serie di interventi finalizzati al raggiungimento dell’autonomia energetica a livello di edifici pubblici attraverso impianti innovativi. Che cosa è stato fatto?
La realizzazione più vistosa è un impianto macro eolico sul Monte Pecora, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 500 nuclei domestici del Comune su un totale di circa 1.000 e permette una non emissione di oltre 2.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Unico nella Regione Veneto, questo impianto è tra i più tecnologicamente avanzati costruiti in Italia negli ultimi cinque anni per la cura degli aspetti ambientali e la valorizzazione del territorio.
Un altro progetto vede l’installazione di un impianto solare fotovoltaico sopra il tetto di una struttura polivalente, in grado di produrre 10.000 KW/h in corrente continua; è dotato di un inverter che provvede a trasformare la corrente continua in corrente alternata così da poter essere immessa nella rete Enel.
C’è poi un impianto solare termico sopra il tetto della palestra comunale; e ci sono due impianti termici a biomassa legnosa cippata. Si intende con questo termine quel materiale ottenuto da legno ridotto in scaglie di piccole dimensioni: da qualche millimetro a due tre centimetri. La realizzazione dei due impianti ha avuto inizio tre anni fa con uno studio di fattibilità su edifici esistenti di tipo pubblico. L’analisi e lo studio preliminare hanno dato il via a un progetto di generazione di energia termica che, grazie allo sviluppo di una specifica filiera energetica nel Comune, è in grado di ridurre il consumo di materia prima fossile a partire da biomasse legnose solide di origine agricola e forestale.
Fin qui la parte più propriamente costruttiva.
Poi però c’è tutta l’azione di informazione, divulgazione e sensibilizzazione, che ha molto colpito gli esperti del Politecnico, dato anche il particolare contesto, un piccolo Comune, nel quale si è sviluppata. L’azione più significativa è la realizzazione del Peper Park (Parco delle Energie Pulite e Rinnovabili), costituito da più percorsi didattici interattivi alla scoperta di fonti e forme di energia rinnovabili, coordinati da un Osservatorio Permanente. A questa iniziativa si aggiungono una serie di eventi, convegni, incontri tecnici e giornate dedicate ai temi energetici e in particolare alla valorizzazione delle biomasse. Attività che, prima ancora del riconoscimento del Best, hanno valso al piccolo Comune del veronese la conquista della “bandiera verde” di Legambiente, quale Ente promotore dell’educazione e della sensibilizzazione della popolazione all’utilizzo delle fonti derivanti da energie rinnovabili.
Resta ora da vedere quanti Comuni si sono messi o si stanno mettendo su questa strada.