GENE DELLA DEPRESSIONE – In uno studio appena pubblicato dalla rivista Science Translational Medicine, un gruppo di ricercatori inglesi del Weill Cornell Medical Center (Inghilterra) è riuscito a correggere attraverso la terapia genica il difetto che sarebbe alla base della depressione nei topi.
Uno dei possibili geni correlati con lo sviluppo della depressione si chiama p21. In particolare, nell’area del cervello nota con il nome di nucleus acumbens, nelle persone depresse si registrano livelli di espressione del gene nettamente più bassi rispetto a quelle sane. L’ipotesi più accreditata sul funzionamento di p21 sembra essere quella di regolazione nella produzione di serotonina, quel neurotrasmettitore in grado di controllare l’umore, l’appetito e il sonno.
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Lo studio ha preso in esame dei topi mancanti del gene p21 che, dal punto di vista comportamentale, possono essere equiparati a dei soggetti depressi. Successivamente gli autori dello studio, attraverso la somministrazione del gene mancante direttamente nel cervello, è riuscita ad ottenere dei topi i cui comportamenti non erano più distinguibili da quelli sani, annullando così la loro forma di depressione. Come dichiara Michael Kaplitt, uno degli autori dello studio, “le terapie attuali per la depressione vanno a curare i sintomi ma non le cause. Questo tipo di approccio potrebbe essere utile in futuro per quelle persone con depressione in stato avanzato che non rispondono ai classici trattamenti farmacologici”.
Il risultato, sicuramente di grande impatto, non deve però essere scambiato per la soluzione definitiva e immediata alla depressione. Innanzitutto si dovrà procedere a ulteriori indagini per confermarne l’efficacia e successivamente si dovranno risolvere alcune problematiche di natura tecnica legati alla sperimentazione nell’uomo. Uno su tutti quello legato alla via di somministrazione.