Saranno 152 giorni di scienza e meraviglia quelli che iniziano oggi per l’astronauta italiano dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) Paolo Nespoli e per gli altri due membri della “Expedition 26”: l’americana Catherine “Kady” Coleman, della NASA, e il russo Dimitri Kondradyev, dell’agenzia ROSCOSMOS. Resteranno nello spazio per sei mesi, fino al 16 maggio prossimo, ospitati nei moduli della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) insieme agli altri tre componenti della medesima spedizione: il russo Oleg Skripochka, il lettone Alexander Kaleri e l’americano Scott Kelly.
Ormai tutto è pronto al cosmodromo russo di Baikonur (Kazakhstan) dove dalla piattaforma numero 1 questa sera alle 20.09 (a Baikonur sarà già notte fonda) la navicella Soyuz Tma-20 spiccherà il volo per agganciarsi alla ISS due giorni dopo.
Nespoli sarà il primo italiano a trascorrere un periodo così lungo nello spazio, dopo essere già stato tre anni fa sulla stazione spaziale con la missione Esperia; in quei sei mesi tutti noi potremo stare in contatto con lui via Twitter e YouTube: potremo aggiornarci sull’andamento degli esperimenti e ammirare le immagini e i video che lui stesso selezionerà guardando il cosmo e il nostro piccolo pianeta da quella posizione privilegiata.
Anche il nome della missione ha un’origine italiana, o meglio ancora, latina: lo speciale concorso lanciato dall’ESA per trovare la denominazione più adatta all’impresa, ha promosso la proposta dell’italiana Antonella Pezzani che ha pensato alla parola MagISStra, inserendo la sigla ISS in un termine che – come lei stessa ha dichiarato – contiene “l’idea che si impara attraverso un maestro”. Ma cosa impareranno Nespoli e gli altri astronauti nel prossimo esaltante semestre spaziale? Per quasi metà del tempo di permanenza sulla ISS, utilizzando il laboratorio Columbus, saranno impegnati in oltre trenta esperimenti in cinque aree tematiche.
Nespoli sarà oggetto di test per i vari esperimenti di fisiologia umana: dalle neuroscienze, alla medicina cardiovascolare, al metabolismo, alla valutazione dell’adattamento. Si tratterà di esperimenti progettati per verificare come gli astronauti interpretano l’informazione visiva in condizioni di microgravità e come questa influisce sulla loro percezione. Misurando diversi parametri, gli scienziati europei a terra cercheranno di capire come l’assenza di peso prolungata cambi il sistema cardiovascolare, il metabolismo osseo e le stesse funzioni cerebrali, dalla memorizzazione alla capacità decisionale.
Nelle scienze fisiche, sotto il coordinamento di un altro italiano, Stefano Mazzoni, gli esperimenti riguardano i fenomeni di diffusione in miscele di fluidi, per comprendere le proprietà dei giacimenti petroliferi terrestri e possibilmente migliorare le tecniche di prelievo del petrolio. Un secondo esperimento si propone di simulare i flussi di fluidi geofisici in microgravità, per far luce sui meccanismi di convezione magmatica sulla Terra.
Nespoli misurerà anche la natura e la distribuzione del campo di radiazione all’interno della ISS e l’irraggiamento solare sarà studiato con una precisione senza precedenti. Va ricordato che già Buzz Aldrin nel 1969 aveva osservato i lampi di luce nello spazio e da sempre le interazioni tra radiazioni ionizzanti e funzioni cerebrali sono tra le maggiori preoccupazioni degli astronauti, specie quando si pensa a lunghi soggiorni nello spazio.
In campo biologico, il nostro astronauta sarà il principale operatore in esperimenti complessi volti a verificare specifici paradigmi, come la risposta immunitaria nelle piante durante la crescita in condizioni di microgravità; verranno anche analizzati gli effetti dell’accelerazione centrifuga su radici di piantine di lenticchie.
Ci saranno infine ricerche di speciali tecnologie, come il Vessel Identification System che collauderà i sistemi di monitoraggio spaziale del traffico marittimo mondiale e tecniche di assemblaggio di apparecchiature per l’identificazione di imbarcazioni dallo spazio.
Ma non ci sarà solo la scienza europea in orbita. Il team guidato da Nespoli svolgerà ricerche anche per le agenzie spaziali americana, giapponese e canadese (NASA, JAXA e CSA). Come quella che avrà come base dei campioni dei suoi capelli, utilizzati per lo studio dell’espressione genica in un corpo umano esposto a un lungo volo spaziale; o quella che studierà da vicino il suo sonno per contribuire a trattare l’insonnia qui sulla Terra.
E non mancherà una presenza artificiale nella missione MagISStra: il prossimo febbraio, se lo shuttle Discovery sarà stato riparato a dovere, gli astronauti faranno gli onori dei casa sulla ISS a Robonaut2, il nuovo robot astronauta realizzato da NASA e GM che andrà a coadiuvarli in una serie di operazioni delicate.