Un intero mondo sommerso… in Cina: una specie di Atlantide cinese.

Circa 250 milioni di anni fa la Cina era una sorta di gigantesca isola che galleggiava nel mare a nord dell’equatore. La vita sulla terra (molto prima che apparissero i dinosauri) era quasi del tutto inesistente. Almeno il 96% della vita marina e iL 70% di quella terrestre era infatti stata sterminata. Il motivo?



La grande ecatombe che si abbattè sulla terra alla fine del periodo paleozoico. Era successo che una serie di sconvolgenti eruzioni nel territorio dell’attuale Siberia aveva lanciato nell’atmosfera terrestre tanti di quei gas per un periodo di circa mezzo milione di anni che la vita di conseguenza era andata distrutta. Pioggia acida, riscaldamento globale, di tutto e di più. La temperatura delle acque crebbe di grande livello, la salinità stessa cambiò, la mancanza di ossigeno nelle acque stesse causarono la morte di quasi ogni razza ittica.



La vita, sulla terra, era praticamente scomparsa. In che modo essa si sia riaffermata dopo tale cataclisma è ancora motivo di dibattito fra gli studiosi. Di solito perché si ritorni a un eco sistema ci vogliono da uno a quattro milioni di anni. Ma adesso una nuova affascinante scoperta potrebbe chiarire il quesito…

Situata nel sud ovest della Cina, la regione di Luoping nell provincia dello Yunnan, è conosciuta per la straordinaria bellezza delle sue pianure nel periodo primaverile. Enormi di stese di colza, una pianta dal fiore giallo brillante appartenente alle brassicaceae, fanno la loro apparizione in quel periodo, continuando a fiorire fino alla fine di giugno. E’ possibile osservare immense distese di giallo accecante, spesso in mezzo a colline e piccole montagne.



E’ una regione che richiama fotografi da ogni parte del mondo tanto che nella regione si è sviluppato un certo turismo con pullman che offrono un servizio regolare verso i campi di colza e alberghi ospitali. Ma in questa regione c’è anche qualcos’altro. Una collina in particolare attira da qualche tempo i ricercatori di fossili.

 

Se ne sono trovati così tanti che l’attenzione è passata dai semplici collezionisti privati a vere spedizione archeologiche. In questa collina è infatti nascosto il più grande giacimento di fossili del mondo, almeno 20mila reperti tra piante, pesci e rettili. Sono i testimoni del ritorno della vita dopo la devastazione della fine del paleozoico.
Per gli archeologi, una scoperta paragonabile al ritrovamento di Atlantide. Un intero mondo una volta sommerso che adesso riappare in condizioni di conservazione incredibilmente buone. Ecco allora i fossili di molluschi, ricci di mare, granchi, invertebrati vari, e anche grandi pesci carnivori come gli ictiosauri, in realtà dei rettili che sembravano dei delfini dal muso appuntito (erano dei rettili che dalla terra si spostarono a vivere nelle acque). Non solo: si sono trovati anche fossili di animali che vivevano sulle spiagge e sulla terra nei pressi del mare e anche di piante di conifere.
 

Tutto questo ben di dio della preistoria è adesso a disposizione degli studiosi per cercare di trovare tante risposte che potrebbero ad esempio spiegare come mai la vita sia riuscita a riemergere dopo la grande distruzione del paleozoico. I fossili si trovano in formazioni rocciose che si formarono quando i sedimenti dell’oceano si distesero e si solidificarono milioni di anni fa. Perché alcune specie di animali sopravvissero e altre no? Come rinasce un ecosistema dopo una distruzione totale e quanto tempo ci vuole perché rinasca?

Tutte domande che gli studiosi grazie ai questo giacimento di fossili forse potranno spiegare. La cosa interessante delle condizioni in cui si trovano questi fossili, è che molti di essi hanno anche conservato microbi che erano nella loro dieta. Sapere cosa mangiavano permetterà di capire come essi si sono evoluti nel corso degli anni.